Lo schema di riorganizzazione del settore Monopoli dell’Emilia-Romagna, proposto dalla Direzione regionale, altro non è che la riproposizione, quasi identica, della situazione drammatica che vivono oggi le varie realtà dei Monopoli della regione. La riproposizione, cioè, di una pervicace volontà di marginalizzazione dell’attività svolta da questi Uffici ed in particolare dalle sezioni periferiche, collocate in subordine ai due uffici principali (BO e PR), con il conseguente collasso totale di queste più piccole realtà locali.
Volontà dimostrata dalla Dirigenza sin da subito, con l’acquisizione in velocità all’Area Dogane di un nutrito numero di colleghi dei Monopoli di Bologna, transitati senza valutazione delle conseguenze determinate sull’organizzazione del lavoro degli Uffici dei Monopoli che non hanno potuto usufruire di ricambio e/o scambio alcuno.
Ad ulteriore dimostrazione della totale indifferenza verso questa Area, va sottolineato che, malgrado l’unità tra gli uffici operativi delle Dogane e dei Monopoli non sia ancora attiva, è stata data la possibilità soltanto ai colleghi delle Dogane di partecipare ad attività proprie della sezione Monopoli, pur rimanendo negli organici di appartenenza, di intraprendere l’attività su turni nei presìdi fiscali presso gli stabilimenti PMI, peraltro in un numero anche superiore alle necessità effettive, mentre, viceversa, a dipendenti del settore Monopoli è stata negata la possibilità di poter svolgere attività doganali presso gli aeroporti della Regione.
Le differenziazioni continuano (e qui le responsabilità travalicano quelle regionali) visto che pur lavorando fianco a fianco, negli stessi edifici, ai colleghi delle dogane viene riconosciuta l’indennità di disagiata, mentre a quelli dei Monopoli no.
Mettiamo in luce tutto ciò non perché ci interessa una lotta fratricida tra le due Aree, bensì evidenziare scelte della Direzione Interregionale che mortificano le professionalità acquisite in tanti anni di lavoro, dai colleghi che operano nelle sezioni Monopoli, in particolare nelle sezioni distaccate.
Prima dell’istituzione delle figure del POER e degli IDR, infatti, ogni sezione distaccata riusciva in autonomia a funzionare con tempistiche di lavoro certe. Esisteva un funzionario con delega di firma degli atti prodotti, che venivano quindi consegnati all’utenza in tempi celeri. Oggi, invece, è stato accentrato tutto, con il risultato che anche una semplice quietanza ISI relativa al pagamento della tassa annuale per la tenuta di un gioco a freccette in locale pubblico, viene consegnata con tempi lunghissimi. Il tutto perché sinora un atto prodotto nelle strutture periferiche, anche il più semplice, deve essere sottoscritto da POER e/o IDR, con l’aggravio di tempistiche allungate all’inverosimile.
Ma ciò non è stato ritenuto sufficiente, perché secondo recentissime comunicazioni, gli atti non potranno più essere firmati neanche dalle Poer, ma dovranno essere firmati addirittura dal Direttore!!!
Il declino delle sezioni più piccole è iniziato allorquando, a fronte di un calo degli addetti dovuto ai pensionamenti, ha visto come unica scelta della Direzione Emilia Romagna, il trasferimento di una parte importante del lavoro negli uffici di livello superiore.
Il modo più semplice per fare morire le piccole realtà si ottiene depauperandole delle attività ordinarie, spostando il lavoro e svilendo le professionalità ed i risultati acquisiti.
Ben più opportuna sarebbe stata la scelta di lasciare la competenza alla provincia a cui apparteneva, utilizzando il supporto di colleghi di altra provincia solo ed esclusivamente negli eventuali momenti di congestione dell’attività. Programmando, al contempo, il ricambio del personale collocato a riposo, magari prendendo in considerazione il destinare in periferia qualcuno del nutrito drappello di funzionari assunti negli scorsi anni e, quasi tutti, rimasti di stanza a Bologna. Questo avrebbe evitato la progressiva decadenza dell’immagine delle sezioni distaccate e lo svilimento degli addetti, con le gravi ricadute che ad oggi si palesano nel piano della Direzione Interregionale.
Occorre evidenziare che le sezioni distaccate sono un valido presidio sul territorio, concorrono al raggiungimento degli obiettivi della Direzione Regionale ed è evidente la professionalità e l’impegno profuso nelle attività assegnate e portate a termine.
Riteniamo che la direzione Emilia Romagna debba assolutamente modificare alcune sue scelte, affinché non possano e non debbano esistere più lavoratori di serie A e lavoratori di serie B e lo stesso dicasi delle sedi di lavoro…
La creazione degli UDM non sembra essere in questo momento una priorità per l’Agenzia, per cui riteniamo che, definita la cornice della struttura Monopoli della regione, questa vada riempita di contenuti, i quali non possono e non devono penalizzare le strutture periferiche, come sta avvenendo scientemente da qualche tempo a questa parte, con una preoccupante accelerazione, in quest’ottica distruttiva, da parte di questa amministrazione.
La soluzione naturale a tutto ciò non può che essere quella di una unificazione reale tra le due aree, problema che sembra non essere nelle priorità dei vertici centrali troppo presi evidentemente a pensare alle divise, a modificare l’impostazione delle lettere e del logo, piuttosto che cercare di dare risposte ai lavoratori.
Abbiamo quindi inviato una richiesta alla Direzione Regionale Monopoli di una convocazione per una discussione sulla organizzazione regionale del settore, perché abbiamo noi tutti, amministrazione e sindacati, il dovere di salvaguardare la dignità dei lavoratori, non trattandoli come figli di un dio minore.