Il tavolo odierno presso il Ministero dello Sviluppo Economico su ex-GKN non sembra aver dipanato i numerosi dubbi sul reale valore del progetto della QF Spa di Borgomeo, il quale oggi ha presentato di fatto in modo formale la bozza di "piano di sviluppo" che in linea teorica dovrebbe portare al contratto di sviluppo, strumento di intervento finanziario istituzionale simile all'accordo di programma. Il tempo passa, che piaccia o meno la verifica istituzionale prenderà altro tempo.
Ricapitolando: i famosi investitori non ci sono, QF di fatto balla da sola e per poter muovere i suoi primi passi deve chiedere un intervento di stato a coprire quasi la metà dei finanziamenti necessari a far partire la produzione.
In più questo avviene in assenza di un know how specifico o una presenza sul mercato pregressa. Specifiche su cui subentra sempre sibillina la questione del consorzio contenente “informalmente” i potenziali investitori e detentori di quel know how e fette di mercato che servono a reggere tutta la partita.
Per USB continuano esserci troppe incognite e al tavolo ha chiesto con forza che si intervenga affinché emergano formalmente e con chiarezza gli investitori, se ci sono.
È inaccettabile che l'azienda ponga pregiudiziali (come quella di rimuovere il presidio davanti lo stabilimento) quando è evidente che la mancanza di chiarezza sta portando ad una spirale di sfiducia nei confronti di Borgomeo quasi senza ritorno.
Deve esserci un piano, deve esserci il coraggio e gli impegni di chi vuole investire. E questi impegni garantiranno gli strumenti che servono a portare avanti il progetto industriale.
Prendiamo atto dell'apertura della partita sul contratto di sviluppo che ovviamente consegna grosse responsabilità alle istituzioni, a cui è demandato il compito della verifica della fattibilità, su cui noi oggi abbiamo richiamato la responsabilità, l'attenzione sulla trasparenza nei passaggi nei quali continuiamo a rivendicare la necessità di un nostro coinvolgimento.
USB Lavoro Privato
5-9-2022