Al “termine” di questa prima sofferta e rocambolesca fase di sperimentazione, inevitabilmente prorogata di altri due mesi, risulta francamente difficile fare un qualsivoglia punto della situazione che abbia un minimo di credibilità. Tuttavia proviamo a fissare qualche paletto basandoci ovviamente su riscontri oggettivi. Mentre i dirigenti “vecchio stampo” superstiti hanno preso doverosamente atto dei guasti prodotti dal mancato confronto a tutti i livelli, quelli di fresca nomina e in odor di carriera continuano imperterriti ad utilizzare giganteschi paraocchi. Nell’era della meritocrazia imperante, pensavamo (erroneamente) che questo potesse almeno significare essere competenti nel ruolo da ricoprire, nonché poi professionalmente preparati, con esperienze pertinenti e documentate.
Le modalità seguite in regione nella assegnazione delle posizioni organizzative hanno invece lasciato decisamente tutti di stucco. Non c’è stato, infatti, il solito clientelismo nella tradizione italica presente da sempre, ma una vera e propria lottizzazione, che da una parte ha favorito a tappeto i ben noti collaborazionisti e dall’altra ha lacerato nelle viscere il tessuto pregnante dell’Istituto.
Mentre dalla Campania le vignette con i cavalli vincenti e i “piazzati” fioccavano sul web, evidentemente anche il Lazio non ha voluto essere da meno e alla fine hanno prevalso precisi e squallidi orientamenti (roba da far impallidire Cencelli).
Altro che rivoluzione epocale! E’ in atto una vera e propria involuzione a 360°! Ora bisogna procedere ad una revisione urgente dei criteri di selezione adottati sull’intero territorio nazionale. Non è pensabile infatti che colloqui di selezione, a qualunque titolo effettuati, possano ripetersi senza riscontro, né trasparenza. Nel contempo, la direzione regionale pensa bene di trasferire, con “decorrenza immediata e fino al completo smaltimento dell’arretrato”, sei lavoratori da una sede all’altra, senza neppure discuterne col sindacato. Come se fosse normale.
L’intervento della USB (vedi documento allegato) obbliga l’amministrazione ad una convocazione immediata di tutte le OO.SS., a modificare formalmente le sei lettere di trasferimento inoltrate e restringe di fatto il campo di applicazione ad un solo mese di assegnazione provvisoria per il cosiddetto gruppo Illustrazione. Resta l’ennesimo tentativo di andare oltre le norme e gli accordi, naturalmente senza preoccuparsi di come queste decisioni impattino sulla vita di sei famiglie. Attenzione zero anche sui delicati risvolti che già da qualche tempo investono il personale deportato da Roma Centro all’Amba Aradam. Una guerra tra poveri annunciata, ma a chi volete che importi? Per la direzione un effetto collaterale. Aver iniziato questa sperimentazione è stato un errore. Così come esportarla a tutti i costi in maniera non condivisa. Bisognerebbe umilmente prenderne atto. Perseverare in queste scelte, contro gli interessi del personale e dell’utenza che si vorrebbe a chiacchiere salvaguardare, ci appare oggi sinceramente diabolico.
Per modificare radicalmente questa situazione ormai insostenibile, per dare un segnale in controtendenza, per rispedire al mittente la vergognosa intesa del 4 febbraio, per difendere la nostra dignità di lavoratori pubblici e perché poi resti traccia del nostro dissenso, partecipiamo tutti insieme allo Sciopero Generale!!!
Coordinamento regionale USB INPS Lazio