Riportiamo uno stralcio dell’articolo “Pensioni-tasse, spunta la mediazione”, pubblicato a pag. 2 de “Il Sole 24 Ore” di ieri. “… C’è poi il capitolo previdenza. Bossi l’aveva escluso dalla trattativa. Alla fine ha fatto capolino grazie alla mediazione messa in atto dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che dopo aver ottenuto il sostanziale via libera di Bonanni, ha parlato ripetutamente con Calderoli riuscendo a spuntare la non ostilità della Lega. Il mancato conteggio, ai fini dell’anzianità previdenziale, degli anni riscattati per il servizio militare e la laurea sono il “prezzo” pagato dal Senatur alla causa del compromesso raggiunto. …”
Chissà a chi sarà venuta l’idea di non conteggiare più il riscatto della laurea ai fini del calcolo degli anni utili per maturare la pensione d’anzianità? Sarà stato ancora una volta qualche “illuminato” manager dell’INPS? Intanto sulla pagina Facebook dell’Istituto previdenziale continua a campeggiare l’invito a riscattare gli anni dell’università e, magari, a farsi pagare gli oneri dai genitori. Bell’investimento!!! L’INPS farebbe bene, per il momento, a sospendere questo tipo di informazione pubblicitaria, in attesa che il Parlamento assuma una decisione definitiva in merito. Condanniamo con decisione questo ulteriore intervento in campo previdenziale.
Bonanni, nel frattempo, dopo aver dato il via libera a questo provvedimento, secondo quanto riportato dal ben informato quotidiano di Confindustria, minaccia ora chissà quali interventi e piange lacrime di coccodrillo.
Sparisce dalla manovra la norma che aveva fatto sanguinare il cuore di Berlusconi. Niente più contributo di solidarietà per chi nel privato percepisce redditi superiori a 90.000 euro. Resta invece per chi lavora nel pubblico impiego. Per loro il cuore di Berlusconi non versa neanche una goccia di sangue. Vuoi vedere che tocca a noi difendere i dirigenti dell’INPS da una norma che determina nuove iniquità rispetto al lavoro privato?
Resta, nella manovra, la possibilità di attuare con più facilità la mobilità forzata dei dipendenti pubblici. Se si legge questa previsione insieme alla richiesta di un’ulteriore diminuzione del 10% della spesa per il personale entro marzo 2012, il rischio di processi di mobilità è più che concreto.
Dal conclave di Arcore del 29 agosto è uscita la riduzione dei tagli agli enti locali, che tuttavia lascia intatto il pericolo di riduzione dei servizi sul territorio o di un aumento delle imposte. Inoltre, si affidano ai territori maggiori poteri nella lotta all’evasione, con la possibilità di ottenere risorse aggiuntive dalle maggiori entrate. Come al solito, molto fumo quando si tratta di colpire gli evasori, mentre di concreto ci sono i disagi e i sacrifici dei cittadini.
Siamo al quarto rimpasto di queste “grandi manovre” che colpiscono i lavoratori dipendenti, e quelli pubblici in particolare, le famiglie e la parte meno garantita della società. Non si toccano gli sprechi, non si tocca la classe politica, non si toccano faccendieri, speculatori ed evasori.
Il 6 settembre c’è lo sciopero generale. Non ci dite che è un altro sciopero che non cambierà il corso delle cose e che farà solo perdere soldi a chi vi parteciperà. Proviamo a fare un ragionamento. Il 6 settembre tutti i lavoratori dell’INPS non assenti per altro motivo scioperano e chiudono tutte le sedi, agenzie comprese. Anche i dirigenti, i professionisti e i medici aderiscono allo sciopero, perché comprendono che è l’unico modo per manifestare apertamente e in modo democratico contro norme inique che sono frutto dell’odio verso i lavoratori pubblici. E nessuno può a questo punto ritenersi escluso. Sui giornali rimbalza la notizia che all’INPS lo sciopero ha avuto un’adesione unanime. Il ministro Brunetta non può negare il risultato. Il presidente Mastrapasqua deve prendere atto che quello che gli è stato detto in video conferenza il 19 luglio dall’USB è il pensiero e il sentimento di tutto l’Istituto. Vogliamo trasparenza negli appalti. Vogliamo la riduzione del peso delle ditte esterne. Vogliamo che sia cambiato il disegno della nuova organizzazione. Vogliamo impedire la svendita dell’INPS. VIA GLI AFFARISTI DALL’INPS. TRASPARENZA NEGLI APPALTI. DIRITTO ALLA CONTRATTAZIONE. Pensate davvero che non cambierebbe niente se il 6 settembre ci unissimo per una volta senza distinzioni, senza scuse, se necessario isolando i galoppini del sindacato e i servi dell’amministrazione, per attuare una protesta generale che vada al di là delle due organizzazioni sindacali che l’hanno promossa? Secondo voi è solo idealismo? Vi sbagliate, non c’è niente di più concreto che l’unione dei lavoratori a far paura alla controparte, che si chiami governo o amministrazione.
6 SETTEMBRE 2011
SCIOPERO GENERALE INTERA GIORNATA
MANIFESTAZIONI CITTADINE