L’intera riforma “brunettiana” appare fondata su un principio base, quello meritocratico.
Da decenni padroni, sindacati, partiti attribuiscono le disfunzioni della P.A. alla mancanza di meritocrazia, causa di inefficienza, inefficacia e pachidermica lentezza.
Ma la meritocrazia, così come la trasparenza, la legalità, il garantismo ecc. , nei fatti sono principi usati come degli elastici che tutti, a destra o a sinistra, possono tirare o mollare a seconda delle convenienze politiche e/o del tornaconto personale.
La riforma Brunetta è in questo senso un piccolo capolavoro perché nella sua applicazione pratica non fa altro che accentuare la discrezionalità del riconoscimento del merito, in altre parole le clientele su cui è fondato il consenso di molti politici e le fortune di molti papaveri, più o meno alti, della P.A.
Alcuni mesi fa concludevamo un nostro comunicato in merito ad una ispezione seguita all’ennesimo omicidio presso la Centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, riaperta in tutta fretta mentre ancora indagavano i nostri ispettori tecnici, con queste parole:
“…. Caso evidente di come, nel servizio pubblico, quando di mezzo c’è il profitto, la tanto decantata produttività e l’efficacia dell’attività svolta (nel caso specifico la tutela della salute dei lavoratori), debbono marciare su binari opposti.”
In seguito, a suffragare non certo una nostra impressione quanto, purtroppo, l’evidenza dei fatti, sono arrivate le esternazioni di Tremonti sulla impossibilità delle aziende a rispettare le norme sulla sicurezza, a causa dei costi elevati (… di quello umano chissenefrega!) e quelle di Sacconi sulla necessità di impedire le molestie dei controlli.
Non si tratta naturalmente solo di esternazioni propagandistiche, ma di leggi e, a cascata, di circolari, note interpretative, fogli di istruzione indirizzati ai pubblici dipendenti preposti ai controlli con l’obbiettivo di rassicurare gli imprenditori sui controlli stessi, e si arriva fino al punto di minacciare sanzioni per gli ispettori che non adottano un comportamento mansueto con le imprese.
Altro che meritocrazia! Altro che produttività! Mentono spudoratamente sapendo di mentire.
E’ in atto, infatti, un processo di totale smantellamento di una funzione a difesa della legalità, dei diritti dei lavoratori e dell’interesse economico della collettività.
L’intero ambaradan per la rilevazione della produttività dei lavoratori pubblici preteso dal ministro Brunetta con conseguente assegnazione del salario accessorio a discrezione dei “capi”, assume dunque connotati patetici e al contempo grotteschi.
Tutto ciò è potuto accadere grazie alla complicità di importanti sigle sindacali trasformatesi in società per azioni, o giù di lì.
All’organizzazione sindacale Intesa/Ugl abilissima (come la Cisnal) a cavalcare il malcontento e la rabbia dei lavoratori attraverso comunicati di solo apparente dura critica nei confronti della riforma “brunettiana” e che però:
1) firma gli accordi economici per puro senso di “responsabilità”- sic! - nei confronti dei lavoratori i quali a suo dire altrimenti non prenderebbero un soldo;
2) lamenta, a riprova della propria innocenza, di non essere stata convocata ai tavoli contrattuali dalla fine del 2007 al 4 giugno 2010 in quanto ritenuta ingiustamente dall’Aran non rappresentativa;
A questa organizzazione vorremmo ricordare, tanto per fare un esempio, che l’ex segretario generale dell’UGL, oggi presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si è pubblicamente compiaciuta del fatto che la maggioranza di centro destra ha approvato la proposta di legge che recepisce il D.lgs n. 150/2009 a livello regionale. La Polverini si è dichiarata particolarmente soddisfatta anche perché la Regione Lazio è “la prima della classe”, cioè la prima ad aver recepito le linee guida della riforma Brunetta. Guarda un po’!...
Vorremmo anche ricordare che, proprio, sul fronte della democrazia sindacale l’RdB/USB è impegnata da sempre e cogliamo l’occasione per annunciare che da venerdì 20 maggio, in occasione del 41° anniversario dello Statuto dei Lavoratori, partirà la campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sulla democrazia e rappresentanza nei luoghi di lavoro.
In tutta Italia ci saranno iniziative e banchetti per la raccolta delle firme.
A Roma dalle ore 11.30, nella mattinata di venerdì 20 maggio, saremo sotto la Sede del Ministero del Lavoro in via Veneto.
Tanto per parafrasare la Cisl, LOTTA e NON SVENDITA dei Diritti !
Roma, 17 maggio 2011 USB/P.I - Coord. Nazionale Lavoro e P.S.