Non è possibile contenere in poche righe le mille ragioni per cui USB partecipa alla manifestazione nazionale contro le politiche del governo Meloni, il 24 giugno a Roma. Dai venti di guerra che soffiano sempre più forti nel cuore dell'Europa con il pieno coinvolgimento politico militare ed economico del nostro Paese nel conflitto in Ucraina, alla devastazione ambientale della quale l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna è l'ultima, in ordine di tempo, drammatica dimostrazione, all’attacco ai salari rivendicato e candidamente rilanciato dalla Presidente della BCE Lagarde, all’aumento vertiginoso dei prezzi, al decreto lavoro che amplifica la precarietà ed abolisce il reddito di cittadinanza, alla continua strage di morti sul lavoro, alla prosecuzione dello smantellamento del nostro impianto costituzionale con il terribile binomio presidenzialismo e autonomia differenziata. E naturalmente tanto altro...
Ma al di là delle mille ragioni il vero significato politico della manifestazione del 24 giugno va colto nella necessità, come sindacato, di continuare a contribuire a ricostruire una coscienza capace di innescare una reattività sociale che già attraversa altri paesi d’Europa, a partire dal punto di vista del mondo del lavoro, oggi totalmente espunto dal dibattito politico,
In questi decenni i sindacati concertativi hanno seminato passività rinunciando a qualsiasi reale azione di lotta, accettando in toto il piano della moderazione salariale e diffondendo a piene mani l’idea della ineluttabilità delle cose. Anche quella Cgil che, mentre si guarda bene dal proclamare uno sciopero generale, convoca nella stessa giornata del 24 giugno una ipocrita e sedicente manifestazione in difesa della sanità dopo aver attivamente contribuito al suo smantellamento attraverso la contrattualizzazione del welfare aziendale.
Eppure da mesi qualcosa si muove nel Paese e segnali incoraggianti provengono da un percorso chiaro e coerente del quale USB è stata protagonista e parte integrante: iniziato sotto lo slogan “Abbassate le armi alzate i salari” con la manifestazione del 25 febbraio a Genova per la pace e contro l’invio di armi, con i lavoratori portuali in prima fila, proseguito con il corteo del 28 aprile contro il decreto Cutro e per la regolarizzazione di tutti i lavoratori migranti, con i vari 1° maggio, proprio mentre la premier annunciava il decreto contro il mondo del lavoro, fino al riuscito sciopero generale del 26 maggio. Un unico filo conduttore che ha sempre legato l’opposizione alla guerra con l’opposizione alle politiche sociali che oggi assumono la forma e la dimensione di una vera e propria guerra ai salari.
In questo scenario si colloca la manifestazione nazionale del 24 giugno a Roma, all’interno di un percorso che ha l’ambizione di unire tutte quelle forze, movimenti ed organizzazioni che nei decenni passati non hanno ceduto alle sirene del liberismo e che oggi costituiscono un possibile schieramento che si candida a costruire una vera opposizione a un governo che, tra rigurgiti fascistoidi e razzisti, si è totalmente allineato alle decisioni della Nato sul fronte militare mentre, sul fronte sociale, applica pedissequamente quella vera e propria guerra ai salari indicata dalla UE come unico strumento per contenere l’inflazione galoppante.
Il 24 giugno è quindi per USB un’altra tappa di un percorso che già allude al prossimo autunno, per ricostruire quella speranza di cambiamento che oggi non solo è possibile ma si rende assolutamente necessaria.
Unione Sindacale di Base
Roma 11/6/23