L’Unione Sindacale di Base da sempre sostiene con forza la necessità dell’inserimento di un salario minimo legale: siamo convinti, infatti, che in questo modo si possa dare almeno in parte la soluzione al problema del lavoro povero e sottopagato, una vera e propria piaga del nostro Paese.
Per questo le conclusioni della Commissione Informazione del Cnel, che respingono il salario minimo, non sono per noi assolutamente condivisibili, negando quanto da noi sempre sostenuto: abbiamo votato contro al documento presentato in Plenaria. I voti sono stati 39 favorevoli, 15 contrari e nessun astenuto.
USB è tra le promotrici di una legge di iniziativa popolare che vuole inserire proprio un salario minimo legale di almeno 10 euro l’ora, indicizzato all’inflazione: in questo modo si darebbe dignità a migliaia di lavoratori sottopagati e una risposta reale al carovita.
Proprio nelle stesse ore in cui al Cnel si votava il documento della Commissione USB ha organizzato un convegno sul salario povero cui sono costretti i lavoratori della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, il cui contratto nazionale prevede una paga oraria misera di 5 euro l’ora.
USB continuerà la campagna per l’introduzione del salario minimo legale, continuando a raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare e coinvolgendo lavoratrici e lavoratori in questo percorso per una misura che, anche a causa dell’inflazione, riteniamo urgente e non più rimandabile.
Riteniamo comunque apprezzabile l’intento del documento di porre all’attenzione del Parlamento e del Governo alcuni temi su cui aprire un confronto e giungere a necessari interventi: tra questi in particolare ci sembrano rilevanti quello sugli effetti dell’attuale normativa su appalti e sub appalti, quello sul lavoro autonomo fittizio ed infine la necessità di avviare finalmente un confronto su rappresentanza e rappresentatività, temi cui la USB da sempre dedica molta attenzione.
Unione Sindacale di Base