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IL RITORNO DI CIRO TOMA - L'INPS RETROCEDE E RIASSUME L'EX CAPO DEL PERSONALE

Nazionale,

Comunicato n. 53/13

Esattamente un anno fa, il 12 settembre del 2012, tre delegati nazionali della USB INPS venivano sottoposti a procedimento disciplinare con richiesta di licenziamento in tronco. Erano accusati di aver scritto un comunicato ritenuto offensivo nei confronti dell’allora Capo del personale dell’INPS. Il volantino della USB dava la notizia che il dirigente si era autorizzato un prestito eccedente il massimo consentito dalla normativa interna.

 

I dirigenti sindacali della USB uscirono completamente assolti dalle accuse e il procedimento fu archiviato. Un lungo mese di tensione si sciolse nella gioia condivisa con i tanti che fuori della Direzione generale dell’INPS aspettavano l’esito del procedimento partecipando alla manifestazione convocata dalla Confederazione USB a difesa dei tre delegati.

 

Un mese dopo ad essere licenziato in tronco era l’allora Capo del personale. Agli occhi delle lavoratrici e dei lavoratori fu chiaro che la casta dei dirigenti non era più considerata intoccabile e che la fermezza e la perseveranza con cui USB aveva portato avanti la questione erano servite ad aprire un nuovo capitolo all’INPS. Per una volta si diffuse tra i lavoratori un senso di maggiore fiducia nella possibilità di ottenere giustizia.

 

A distanza di un anno torniamo sulla vicenda per raccontarvene l’epilogo, anche se la prudenza ci consiglierebbe il contrario, visto che ad oggi pende ancora sul capo di uno dei tre dirigenti sindacali della USB INPS una denuncia per diffamazione presentata da Ciro Toma, che sarà discussa in Tribunale a novembre, mentre un’altra denuncia sembrerebbe sia stata presentata nei mesi scorsi. Ma ancora una volta siamo convinti che più importante dei destini personali sia l’interesse collettivo ad affermare nell’ente maggiore trasparenza e pari trattamento per tutti, tanto più che la vicenda ha assunto un valore politico inconfutabile.

 

L’ex Capo del personale dell’INPS dopo il licenziamento impugnò il provvedimento davanti al Giudice. L’esito del ricorso fu evidentemente negativo per il ricorrente se, come è dato di sapere, l’ex dirigente presentò opposizione alla sentenza arrivando ad una transazione con l’amministrazione che ha previsto la retrocessione da dirigente generale a dirigente di seconda fascia.

 

A ridosso dell’estate Ciro Toma è così rientrato in servizio all’INPS con un incarico presso la Sede regionale della Campania. Da parte nostra la vicenda non è mai scaduta in questioni personali, per cui non possiamo che rallegrarci del fatto che sia stato restituito un posto di lavoro ad un padre di famiglia. Quello che invece ci preme sottolineare è il comportamento dell’amministrazione INPS che, dopo una prima sentenza che confermava le ragioni del licenziamento, ha finito per accordare una transazione senz’altro punitiva, ma il cui esito appare contraddittorio. Infatti non possiamo dimenticare i colleghi licenziati verso i quali non c’è stata uguale attenzione e i tanti lavoratori dell’Istituto che ogni giorno subiscono pesanti provvedimenti disciplinari per una mancata timbratura, un alterco tra colleghi e altre mancanze di scarso rilievo, per arrivare poi a veri e propri abusi, come le lettere di richiamo inviate ai lavoratori per mail di solidarietà sindacale nel periodo in cui Toma era Capo del personale dell’INPS. Abbiamo più volte denunciato un uso repressivo dell’azione disciplinare. Ecco, vorremmo veramente che l’amministrazione si comportasse in ugual misura con tutti, dall’A1 al dirigente generale, per restituire così ai lavoratori piena fiducia nell’ente e ritrovato senso di appartenenza.