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Lazio

IL SALVATORE DELLA PATRIA

Roma,

Comunicato n. 29/08

 

Quello che non t’aspetti. Lo zar di tutte le provincie del Lazio prende bontà sua carta (per la verità non intestata) e penna e, sia pure tardivamente, si decide finalmente a fare quello che i vertici dell’ Istituto ancora adesso non fanno, per ignavia o timore.

Ci sarebbe veramente da chiedersi come mai solo ora, nell’imminenza di un ventilato ed ormai certo trasferimento in DG, ma tant’è.

Resta in ogni caso la sostanza. Che è quella di una iniziativa assunta, in un panorama di generale desolazione, sui cosiddetti fannulloni per non fare “di ogni erba un fascio”.   

 

Il “core business” dell’intera attività dell’ Istituto analizzato negli ultimi venti anni.  Una fotografia più volte rappresentata sulla specificità del nostro Ente e da ultimo scattata nel “Rapporto sullo stato di crisi” redatto circa sei mesi fa (dunque in epoca non sospetta), dopo aver esaminato al microscopio la delicata situazione determinatasi in ambito regionale, ma tranquillamente esportabile su tutto il territorio nazionale.

 

Una situazione da troppo tempo riguardante carichi di lavoro sempre più massacranti, la carenza di personale, la produzione in costante crescita, la continua attribuzione di incarichi ad interim, la sicurezza sui luoghi di lavoro dimenticata, i nuovi adempimenti istituzionali e le relative criticità, l’impossibile “misurazione” dei servizi offerti.

 

Una indagine precisa che, analizzando in maniera realistica i problemi e le loro possibili soluzioni, aveva finanche avanzato alcune proposte specifiche (vedi) praticabili.

 

Tutto questo naturalmente prima, molto tempo prima, che il ministro contro la Pubblica Amministrazione si decidesse a smantellarla definitivamente.

Ad ogni buon conto, sarà bene rammentare (soprattutto a quanti non avessero avuto la ventura/sventura di conoscere lo zar personalmente) che stiamo comunque parlando di un dirigente avvezzo a calpestare quotidianamente le prerogative e i diritti sindacali.

 

“L’état c’est moi” per intenderci. E per chi non si adegua angherie e discriminazioni.

Oggi prendiamo atto del contenuto politico del documento in questione ed auspichiamo che queste prese di posizione vengano assunte ufficialmente ed in maniera unanime. Soprattutto che siano dirette all’esterno dell’ Istituto. Non c’è alcun bisogno infatti di parlare inter nos, di nascosto o tra quattro mura, sempre le stesse, quelle del palazzo. 

 

E’ l’ora di assumersi per intero le proprie responsabilità e, senza paura, di difendere tutti i componenti della Famiglia/Squadra INPS innanzi all’utenza e ai cittadini, alle testate giornalistiche e alle emittenti televisive, agli organi istituzionali e di governo.

Senza problemi di sorta e senza vincoli di potere, denunciando il tutto alla luce del sole e al cospetto (si fa per dire) dell’attuale ministro contro la Pubblica Amministrazione. 

 

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS  Lazio