I lavoratori Ilva in Amministrazione straordinaria non hanno ancora percepito la cassa integrazione maturata nel mese di gennaio. A determinare questo importante ritardo l’adozione da parte dell’Inps del sistema il Re. Tes. della Banca d’Italia.
Il fatto risulta grave in quanto si tratta di dipendenti, 1700 tra Taranto e Genova, per i quali il regime degli ammortizzatori sociali è in piedi da quasi sei anni e mezzo, con tutto quello che determina e dal punto di vista della retribuzione, e sul piano psicologico, in quanto il non essere più parte di un processo produttivo, certamente non motiva e non gratifica.
Parliamo di una indennità che si aggira attorno ai mille euro, con cui bisogna reggere il peso di mutuo, bollette, e di tutta una serie di spese che diventano ovviamente più pesanti nei casi, molti, di separazione coniugale.
Da qui la decisione dell’Unione Sindacale di Base di chiedere un incontro urgente ai ministri competenti, Lavoro e Imprese e Made in Italy, Calderone e Urso, nonché ai commissari straordinari Ilva in As: Danovi, Ciommo e Savi, e all'INPS. Necessario affrontare al più presto la questione dei ritardi nell’accreditamento delle indennità, ma anche allargare il discorso alla più ampia questione complessiva del futuro dei lavoratori Ilva in As, segmento certamente importante della grande vertenza dell’acciaieria. Si attende da troppo tempo ormai, anche a Taranto come è avvenuto a Genova, un accordo di programma mirato a soddisfare le varie esigenze di lavoratori e cittadini.
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