La quarta riunione dell’Osservatorio regionale sulla stato della riorganizzazione, svoltasi ieri in via Borsi e alla quale hanno partecipato anche i direttori di sede, ha purtroppo confermato (se ce ne fosse stato bisogno) ed amplificato dubbi e perplessità sulla validità dell’intero impianto.
La direttrice ha subito candidamente confessato di non esser in grado di fornire i documenti sul piano budget che avevamo richiesto, rifilandoci solo il totale di produzione equivalente relativo ai primi tre mesi del 2011, dal quale risulta che il Lazio è al di sotto del 25 % previsto ed anche della media nazionale (tenendo conto dei lavoratori interinali), con un organico ormai ridotto a sole 2285 unità.
Poiché l’obiettivo di fondo resta quello di andare avanti coi paraocchi a dispetto dei Santi, la sola proposta veramente indegna di questo nome avanzata dalla direzione regionale è stata quella di porre maggior attenzione a quella parte di personale che “lavora meno degli altri”, articolando la stessa in tre punti (!!!):
certificazione di esonero dallo sportello, vigilanza a tappeto sulla pausa mensa, controllo sui comportamenti difformi. Giusto per raschiare il fondo del barile...
Abbiamo a questo punto tuonato sul completo fallimento della riorganizzazione che non ha migliorato i servizi (come invece si prefiggeva), acuendo i contrasti con l’utenza e scaricando poi sul personale i guasti di questa sperimentazione. Una semplice verità ancor oggi disconosciuta, che mina alla base ogni possibile intervento correttivo e che però traspare inequivocabile dai verbali delle ultime assemblee (vedi documenti allegati), consegnati ai vertici dell’amministrazione.
Come se non bastasse, la direzione regionale ha poi ufficialmente confermato, su nostra precisa richiesta, che il Lazio “nel suo complesso” (e dunque non solo Frosinone) sarà penalizzato sul pagamento dell’incentivo 2010.
Le risibili giustificazioni addotte dall’ex direttore di Frosinone, ora deputato allo smantellamento del Casilino (testuale: “Siamo stati superficiali circa 10 anni”), hanno lasciato di stucco gli astanti. La sorte del personale interessa qualcuno?
Rintanate in un angolo, CISL e UIL prendevano finalmente atto di quanto noi andiamo denunciando da mesi circa la decurtazione dell’incentivo e, solo dopo avere fatto man bassa di posizioni organizzative, riscoprivano improvvisamente una linea in apparenza più battagliera nella ormai tardiva difesa dei dipendenti.
Quella dei titolari di P.O. merita un ragionamento a parte in quanto francamente sembra di assistere ad un “Risorgimento alla rovescia” per il quale poco più di un migliaio di colleghi sull’intero territorio nazionale, completamente tolto dalla produzione, dovrebbe gioco forza dare gambe allo smantellamento dell’Istituto.
I successivi puntuali interventi dei direttori presenti non potevano far altro che confermare, con qualche distinguo, le notevoli difficoltà dovute alla carenza del personale e al massiccio afflusso di utenti agli sportelli, per i quali il presidente pensa di trasformare entro l’anno l’Istituto in una casa di appuntamenti.
Per poter sopravvivere e nel tentativo di dare comunque un senso all’assurdo, un apposito tavolo tecnico si occuperà a breve di progettazione e articolazione dei flussi agli sportelli, mentre le residue speranze fanno capo alla sola mobilità.
Coordinamento regionale USB INPS Lazio