Come da copione i dipendenti dell’INL stanno ricevendo le schede obiettivi 2023, primo passo per l’attuazione del pessimo sistema di misurazione e valutazione che vedrà a luglio le pagelline intermedie e a febbraio 2024 le valutazioni finali. La storia la conosciamo già e non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere come in molte sedi i dirigenti continueranno ad assegnare punteggi comportamentali sulla base di simpatie/antipatie personali, premiando gli atteggiamenti servili dei soliti esecutori di ordini/Yes Men-Women. Come al solito si registreranno casi in cui, infischiandosene del grado di complessità dei singoli accertamenti, si dispenseranno valutazioni sulla base del solo numero di fascicoli aperti (a tanto al kg come le patate), scatenando una guerra tra poveri che ridimensiona e svilisce la funzione ispettiva.
Della cosa ci importerebbe poco, se non andasse ad influire sul salario accessorio dei lavoratori (FRD) e sulle concrete possibilità di progressioni di carriera. Vuoi avere il massimo del Fondo Risorse Decentrato? Vuoi avere nel tempo valutazioni che ti consentano progressioni di carriera? Fai esercizi con la lingua e rispondi sempre “signorsì!”.
Ma ciò che intendiamo sottolineare oggi, a 10 giorni dal presidio nazionale del 19 maggio a Roma, è che la consegna delle schede obiettivi si infrange miseramente contro l’ignobile vicenda della perequazione e dei suoi arretrati. È offensivo e vergognoso che non si faccia nulla concretamente per ristabilire parità retributiva rispetto a tutti gli altri dipendenti del comparto Funzioni Centrali e, allo stesso tempo, si continui a pretendere dal personale INL la massima produttività.
USB è l’unica voce che mette in risalto la grave contraddizione tra le pressanti richieste di produttività e l’attuale condizione economica del personale. Non a parole, ma scendendo in piazza il 19 maggio davanti al Ministero del Lavoro, mandando un segnale chiaro alla ministra Calderone e dando concretezza allo stato d’agitazione.
Cosa sta facendo il vertice politico affinché i dipendenti dell’INL e dell’ANPAL non debbano sopportare l’ennesima mortificazione professionale, con danno individuale di svariate migliaia di euro? Il D.L. “Lavoro” del 1° maggio è all’esame della Camera dei Deputati per l’iter di conversione… Il personale pretende una risposta!
Per questo, è inaccettabile che a fronte del mancato riconoscimento degli arretrati della perequazione venga ribadito l’incremento del 20% del numero di ispezioni entro il 2024, secondo i target quantitativi fissati del PNS adottato dal Ministero del Lavoro.
Dopo tre mesi trascorsi ad ascoltare le mirabolanti promesse sul rientro al Ministero del Lavoro, sarebbe doveroso rivolgere adesso ogni attenzione e sforzo alla soluzione della questione arretrati invece di imporre maggiore produttività, almeno fino a quando non sarà superata la grave e persistente sperequazione a danno dei dipendenti.
Alle lavoratrici e ai lavoratori dell’INL e dell’ANPAL rivolgiamo un appello: l’esito della vertenza sugli arretrati della perequazione dipenderà da noi, dalla nostra capacità di mobilitazione. È grazie alla determinazione del personale dell’INL e dell’ANPAL, grazie a coloro che hanno lottato, scioperato e si sono mobilitati che abbiamo raggiunto un primo risultato.
Non arretriamo sugli arretrati!
USB P.I. Coordinamento Nazionale INL-MLPS-ANPAL
Roma, 9 maggio 2023