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INPS, la Cgil mobilita i lavoratori contro USB: è il fascismo sindacale che piace anche alla sinistra

Nazionale,

Comunicato n. 56/18

In uno scandaloso comunicato intitolato “NOI NON CI STIAMO!” ieri la CGIL INPS ha annunciato una mobilitazione dei lavoratori dell’Istituto contro l’amministrazione e contro “…una sigla non firmataria che non ha interesse a far decollare il CCNL”. Chiaro il riferimento ad USB, che da quattro mesi cerca di poter esercitare il mandato ricevuto da migliaia di iscritti e da circa 5.300 lavoratori che alle ultime elezioni RSU hanno votato USB facendola diventare la seconda organizzazione sindacale dell’INPS per rappresentatività.

In nome di una norma contrattuale fascista, da regime totalitario, che impedisce una libera valutazione degli accordi, la CGIL continua a chiedere l’esclusione della USB dal tavolo sindacale dell’INPS perché non ha firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro del 12 febbraio 2018. Evidentemente, l’ondata reazionaria, razzista, omofoba, che sta avendo facile presa tra molti cittadini italiani, ha finito per colpire anche il sindacato di Di Vittorio. Si vuole ridurre al minimo la democrazia sindacale per eliminare competitori scomodi.

La CGIL scrive nel suo comunicato che l’esclusione della USB dal tavolo sindacale è necessaria “…per dare validità agli accordi che si potrebbero siglare al tavolo nazionale, che altrimenti sarebbero carta straccia”. Se le cose stanno così lanciamo una sfida alla CGIL: accetti la presenza della USB al tavolo sindacale e la USB s’impegna a non siglare alcun accordo fino alla definizione del ricorso presentato al Tribunale di Roma e che sarà discusso il prossimo ottobre. In questo modo i timori manifestati nel comunicato sarebbero superati, a meno che non ci fosse malafede e che la validità degli accordi fosse una scusa per aizzare i lavoratori contro la USB.

Un consiglio amichevole alla CGIL. Nelle ultime due elezioni RSU all’INPS la CGIL ha perso complessivamente 2.601 voti, passando dai 6.812 del 2012 ai 4.211 del 2018. Una mobilitazione dei lavoratori contro USB rappresenterebbe un vero e proprio suicidio per la CGIL e per qualunque altro sindacato eventualmente solleticato dall’idea. Non è col fascismo sindacale che si può risalire la china in cui si è sprofondati e tentare di far passare l’idea che amministrazione e USB siano in combutta per rinviare le soluzioni ai problemi dei lavoratori non solo è meschino ma farneticante.