Il diritto di sciopero viene riconosciuto dalla Costituzione all’articolo 40: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. È un diritto di tutti i cittadini e di conseguenza di tutti i lavoratori.
Però uno sciopero delle badanti, o come preferiamo chiamarle noi “assistenti familiari”, nessuno lo ha mai visto.
Non a caso in Italia la donna, l’8 marzo e non soltanto l’8 marzo, deve ancora lottare per la parità. Perché mentre in altri Paesi la “Giornata internazionale della donna” è festa nazionale, in Italia l’8 marzo è un giorno qualsiasi, a maggior ragione se sei una badante.
Sembra di sentirli, gli “illuminati” datori di lavoro: “E tu, badante, serva dei servi, come osi accampare diritti? Come puoi tu, straniera inutile che non fa nulla da mattina a sera, pretendere le carte di quella inutile regolarizzazione, proprio in tempi della pandemia?”.
VOGLIO I MIEI DIRITTI
- SONO UNA LAVORATRICE
- SONO DONNA, MADRE, FIGLIA
- SONO UN ESSERE UMANO CHE HA DIRITTO A UN CONTRATTO
Per questi motivi, l’8 marzo dalle ore 10.00 alle ore 11.00 diamoci appuntamento alle prefetture (sportello unico per l’immigrazione):
- Per sollecitare la nostra domanda di sanatoria
- Perché questo Stato ha promesso di farci uscire dall'invisibilità
- Perché paghismo le tasse
- Perché non possiamo più attendere
- Perché l’emergenza vale anche per noi
- Perché in questa lunga attesa abbiamo perso il lavoro
- Perché non possiamo produrre il documento di idoneità alloggiativa
Rete Nazionale delle Domestiche USB
4-3-2021