Ieri, durante una conferenza stampa a porte chiuse, fuori i Sindacati, e peggio ancora fuori i Lavoratori accorsi all’evento, i “vertici” nazionali della Coop Estense hanno annunciato la crisi.
La Coop, come consuetudine, sceglie e decide con chi PARLARE!!!
Non più tardi di un anno, fa sempre in Puglia (Giugno 2014 assemblea a Lecce), gli stessi vertici annunciavano i mirabolanti risultati della Coop. Vendite oltre il miliardo, crescita dell’ 1,08% sull’anno precedente, un utile di bilancio di 7 milioni e 384 mila euro, insomma il “paradiso”! Oggi lontani da occhi e orecchie indiscrete consegnano invece la mobilità per oltre 200 Lavoratori.
La Coop, cosi attenta a far rispettare accordi, contratti e norme ai propri dipendenti, annuncia una cosi importate ricaduta su un territorio, già colpito duramente dalla crisi, a mezzo stampa? Forse non è a conoscenza che esistono Leggi e norme da rispettare? Anche per chi può vantare “conoscenze” dirette con importanti Ministri, in primis quello del lavoro!
E non finisce quì. Ci deliziano con i dati ISTAT, bontà loro, per dirci che in Puglia c’è tanto lavoro irregolare (oltre il 16%) che, sempre in Puglia, c’è tanta evasione fiscale, che il PIL non cresce, scordandosi magari, tra le ovvietà, che non ci sono più le mezze stagioni.
Insomma se non ci fossero 200 licenziamenti (il termine “mobilità” serve come anestetico), dovremmo chiederci a che gioco sta giocando la Coop. A questi signori dovremmo ricordare che non più tardi di un anno fa l’azienda, con i soliti sindacati-amici, siglava un accordo sulle clausole di elasticità che, a detta di lor signori, serviva per uscire dalla crisi. Cosi come ricordiamo alla Coop che paga imposte in misura ridotta, decide di far lavorare i propri dipendenti 365 giorni all’anno, da anni in Puglia (come in tutto il Paese), la Coop applica Contratti integrativi che prevedono spostamenti, trasferte, contratti di solidarietà…
Noi siamo convinti che dietro la conferenza stampa ci sia la volontà di attaccare i diritti dei Lavoratori, esternalizzando reparti e/o punti vendita, modificando (in peius!!!) i contratti di lavoro, etc.
L’USB non ci sta! Chiediamo che la Coop apra, da subito, un “vero” tavolo sindacale, non solo con i sindacati amici, ma con tutti. Un tavolo a carte scoperte senza finzioni, che ci dia la possibilità di confutare i dati e proporre alternative reali agli eventuali esuberi.
L’USB chiede da tempo un confronto, oggi non più rinviabile.