Abdul William Guibre, 19 anni, originario del Burkina Faso, milanese e cittadino italiano, aggredito e brutalmente ucciso a sprangate per un pacchetto di biscotti.
Nella notte tra sabato e domenica, dopo la sosta in un bar, Abdul e altri due giovani sono stati raggiunti da un furgone da cui sono scesi due uomini (secondo la questura, padre e figlio gestori del bar) che li hanno accusati di avere rubato dei biscotti, e al grido di "sporchi negri vi ammazziamo" e si sono scagliati sui giovani, ferendo a morte Abdul e continuando a urlare “negri di merda”.
Una aggressione omicida razzista che dimostra e conferma la deriva sociale che sta attraversando da tempo il nostro paese.
Ai problemi derivanti dall’immigrazione, gestita con norme legislative che creano disagio sociale, clandestinità e assenza di diritti, si stanno sommando le campagne politiche xenofobe e razziste che autorizzano una folle giustizia “fai da te”, dove è legittimo uccidere per il sospetto di aver rubato un pacco di dolci.
A questo scenario si aggiunge la crisi sociale ed economica crescente, crisi che sta fomentando paure e insicurezze che trovano in chiunque sia diverso e anche nell’immigrato (poco importa se regolare, irregolare o cittadino italiano) un nemico, un responsabile, un pericolo da eliminare.
Ma non si tratta di un processo spontaneo ma di una precisa volontà politica di questo Governo, che, non volendo dare risposte concrete all’immiserimento dei settori popolari, cerca di recuperare consensi giocando sull’intolleranza e sulle paure degli italiani, con una politica fatta di “emergenza sicurezza”, disegni di legge anti-degrado e nuovi poteri repressivi estesi anche ai sindaci.
Ma i problemi reali restano, come restano sull’asfalto le macchie di sangue di Abdul.
Alla famiglia, ai sui amici e cari va la nostra solidarietà, mentre non smettiamo di lottare e rivendicare diritti e dignità per tutti i cittadini immigrati che lavorano e vivono nel nostro paese.