Girando per gli ospedali e nei servizi territoriali è lampante il disagio, l’esasperazione che vivono gli operatori della sanità e il malessere dei cittadini che vi si rivolgono chiedendo servizi e assistenza.
È lungo l’elenco dei problemi che ci attanagliano, sicuramente non dettati da un destino malevolo, ma da scelte politiche che hanno deciso di smantellare servizi pubblici come la sanità territoriale, i mezzi di emergenza 118 e reparti e servizi negli ospedali, decidendo scientemente di far vivere a lavoratori e cittadini un girone infernale, punendo tutti coloro che per lavoro o per necessità vi si trovano.
Le carenze di personale così come l’utilizzo improprio nelle mansioni, fanno si che dove vanno assicurati i LEA- (livelli essenziali di assistenza)- questi sono garantiti solo grazie all’impegno di quegli operatori che con senso di responsabilita’ non fanno mai venire meno professionalita’ e impegno, nonostante turni massacranti, riposi saltati, ferie revocate, straordinari non pagati messi a recupero concessi con difficolta’, questo è il quadro di tantissimi reparti e servizi .
Lo denunciano con forza gli operatori ed è sotto gli occhi di tutti i cittadini.
Oltre ad essere obbligati a fornire prestazioni spesso in carenza di mezzi ed organizzazione
il personale subisce continue vessazioni oltre che aggressioni che aggravano le condizioni di lavoro come ad esempio:
il rischio di non poter uscire dal lavoro a fine del proprio turno integro e per tempo, rischi sul godimento delle ferie estive, precari con scadenza contratti non prorogati, revoche discriminatorie del part-time, reperibilità imposte per evitare chiusure in reparti in H 24, ecc.
Naturalmente a chi determina tutto questo, cioè Governo-Regione-Azienda, che fanno a scaricabarile, “non gliene frega niente” degli effetti devastanti di queste politiche sulla pelle cittadini e sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori che si vedranno costretti a trasferire anche la residenza in virtu’ dell’accorpamento delle ASL e dei conseguenti trasferimenti d’ufficio.
Una situazione oggettivamente frustrante ma che necessita di una svolta che solo chi ne subisce le conseguenze può determinare.
Come USB proponiamo, in assenza di atti risolutivi sulle criticità evidenziate, la convocazione dello stato di agitazione di tutto il personale della sanità regionale, predisponendo una serie di iniziative che possano incidere realmente su quanto sta accadendo.
Esprimiamo un giudizio fortemente negativo, dei contenuti della riforma regionale della sanita’ che si fonda sulla commistione di privato/pubblico come se la salute non fosse un diritto primario della persona ma terreno di profitti.
CHIEDIAMO A TUTTO IL PERSONALE DI PARTECIPARE ATTIVAMENTE A TUTTE LE INIZIATIVE CHE VERRANNO PROCLAMATE E CONTINUARE A SEGNALARE LE CRITICITA’ LAVORATIVE.
coordinamento regionale sanita'