La conversione del settore auto verso i motori elettrici sta fornendo alle multinazionali un'occasione d'oro per liberarsi delle fabbriche ad alto costo del lavoro come quelle italiane e investire nei paesi a più basso costo. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: GKN, Sevel, Stellantis...
Vitesco Technologies sta accelerando in questa direzione e, nonostante la multinazionale continui a rassicurare che i 750 esuberi partiranno dal 2024, i licenziamenti nelle sedi di Pisa di fatto sono già reali con la recente dichiarazione di esubero dei 139 lavoratori assunti a tempo indeterminato con contratto di staff leasing. Questi lavoratori usciranno da Vitesco entro la fine dell'anno. La realtà in azienda è nota: nessuna conversione verso l'elettrico è stata prevista per le sedi pisane e noi dipendenti lo sappiamo bene. La multinazionale ha già deciso che produrrà altrove i componenti per il motore elettrico ed è assolutamente impensabile che il governo italiano possa fargli cambiare idea coi finanziamenti. La crisi dei semiconduttori è semplicemente un pretesto che anticipa il taglio del personale già preannunciato.
Sostenere che, passata questa crisi, i 139 lavoratori potranno tornare in Vitesco è semplicemente voler negare la realtà e voler impedire ai lavoratori di organizzarsi per provare a far cambiare idea all'azienda. Come rappresentanza aziendale di base di USB abbiamo già da tempo avviato lo stato di agitazione e promosso diverse mobilitazioni, invitando la RSU ed il resto dei sindacati presenti in fabbrica ad unirsi alle nostre lotte. Il senso di queste mobilitazioni è il mantenimento degli attuali livelli occupazionali perché per noi non può passare la logica dei profitti a discapito dell'occupazione. La riconversione va fatta tramite una ripartizione del lavoro tra i vari siti, tenendo conto del numero di dipendenti in essere e stabilizzando tramite la riduzione degli orari di lavoro. Perché dovrebbero rimetterci i lavoratori dopo che le multinazionali hanno fatto man bassa di soldi pubblici?
Bisogna spingere per una diversa ripartizione dei dividendi dei soci azionari che consenta una ripartizione del valore aziendale anche tra i lavoratori. Queste dovrebbero essere le rivendicazioni di tutti i lavoratori coinvolti nei vari siti di una multinazionale, figuriamoci se è ragionevole dividere le vertenze all'interno di un singolo sito produttivo. In questo quadro, i 139 licenziamenti per noi sono inaccettabili e sono solo l'inizio dei tagli che la multinazionale ha detto di voler fare.
La linea sindacale non può essere quella di tavoli separati e specifici e di ulteriore attesa. I lavoratori in staff leasing non possono essere lasciati soli coi loro tavoli. I lavoratori Vitesco non possono essere illusi che ci sia ancora tempo. È necessario unire le vertenze e promuovere urgentemente l'unità e la mobilitazione di TUTTI i lavoratori e le lavoratrici della Vitesco, prima che partano i licenziamenti, prima che calino i volumi produttivi dei siti pisani.
Rappresentanza Aziendale di Base USB Vitesco
22 settembre 2021