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di Beatrice Nencha
Roma
«Vogliamo adeguare i compiti delle Ater all’emergenza abitativa, che ormai è un fenomeno non solo romano ma di tutto il Lazio». L’annuncio dell’assessore regionale alla Casa, Mario Di Carlo, avviene alla Pisana davanti ai comitati degli inquilini di due stabili simbolo –quello di via Colli Portunensi 187 e di via Pincherle 153/159 – e ai vertici dell’Ater di Roma. È in commissione Casa e Lavori pubblici che, all’unanimità, viene approvata una proposta di risoluzione “pilota ”, che stabilisce «l’acquisto da parte dell’Ater di Roma di un numero sufficiente di alloggi in modo tale da garantire la totalità degli inquilini oggetto dell’intervento». In pratica, per la prima volta, su 67 unità immobiliari messe sul mercato, l’Ater comprerà dal privato (il 1 ottobre sarà formalizzata l’intesa con la Gabetti, ndr) l’invenduto, 29 appartamenti, da destinare «alla ricollocazione degli attuali proprietari». Ovvero agli inquilini delle fasce più deboli, impossibilitati ad acquistare a prezzo di mercato ma che potranno continuare a pagare l’affitto di sempre, in questo caso all’Ater, senza perdere la casa. Un “precedente” che potrà valere, in futuro, per altre situazioni simili, a partire dalle 271 famiglie di via Pincherle che hanno appena ottenuto, dopo l’apertura di un tavolo interistituzionale davanti al prefetto l’11 settembre, una proroga della proposta di acquisto entro il 30 del mese. «Grazie al fondo rotazionale, appena portato da 50 a 100mila euro, chi aderirà alla vendita potrà accedere al mutuo agevolato all’1 per cento per metà dell’importo complessivo varato dalla Regione – spiega Angelo Fascetti del sindacato Asia Rdb –per gli altri 70-90 appartamenti, subentrerà l’At e r » . Molto soddisfatto il comitato inquilini di via Pincherle. Mentre l’assessore, che venerdì porterà in giunta una delibera quadro per dare il via all’operazione, promette: «Vorrei trasformare le Ater in vere agenzie dell’affitto,cosa che già accade a Latina e Rieti, per eliminare le disparità di trattamento nelle vendite e ridurre i conflitti sociali».