Autogestione, autonomia, autogoverno. Sono passati due anni dal primo giugno 2007, dalla liberazione dell’ex Horus club di piazza Sempione, che rischiava di diventare l’ennesima speculazione commerciale della città. Due anni intensi di chi ha scommesso sull’autonomia dei movimenti come bussola collettiva nella crisi della rappresentanza e nella crisi globale. Due anni di conflitto sociale e indipendenza politica, contro la rendita e per la riconquista di reddito. Due anni di case occupate e produzione culturale, diritti di cittadinanza e nuovo antifascismo, difesa dei beni comuni e diritto allo sport. Due anni di sperimentazione contro la precarietà e welfare dal basso. Due anni che hanno cambiato le mappe della metropoli e la nostra vita.
Ma anche due anni di resistenza alle politiche di controllo, culminati il 12 dicembre 2008 con la liberazione di Horus dopo 54 giorni di occupazione militare da parte di carabinieri e «contractors», pagati dalla proprietà Gemini. Il sindaco con la celtica al collo si è dovuto rimangiare le parole pronunciate la mattina del 21 ottobre: «Oggi inizia un lungo periodo di sgomberi», aveva detto, gongolante, Alemanno. E invece, non solo abbiamo riconquistato uno spazio per tutti, ma abbiamo attaccato la rendita liberando stabili in tutta la città e avviando progetti abitativi, sociali e culturali. Insieme agli altri movimenti abbiamo riaperto uno spazio di conflitto dentro e contro la nuova governance della destra.
Con la stessa determinazione ci prepariamo a questo secondo compleanno, consapevoli dei rischi e delle opportunità del momento. Da una parte, la forza dei movimenti sociali che vogliono far pagare la crisi a banche e multinazionali, contro un G8 che tenta la carta disperata del vertice abruzzese, utilizzando la tragedia del terremoto per una legittimazione impossibile. Dall’altra, una politica di controllo e repressione sempre più intensa che, a partire dalla condizione migrante, prova a cancerizzare l’intera società. In questo senso, le norme razziste del pacchetto sicurezza intendono colpire tutti coloro che si battono per i propri diritti.
Proprio in questi giorni, la vicenda Horus è tornata sul tavolo del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, preludio politico ad un nuovo, probabile, tentativo di sgombero. La stupidità di questi signori non riuscirà a spezzare le nostre passioni. L’Horus liberato è uno spazio meticcio animato da studenti, precarie, migranti, apolidi senza nazionalità, persone che affermano il diritto alla libera scelta e all’autodeterminazione sessuale. Noi non abbiamo paura, pronti come sempre a giocarci tutto per tutt*.
Vogliamo festeggiare due anni di resistenza promuovendo tre tappe di incontro, socialità e azione diretta:
Lunedì 25 maggio, alle 17, assemblea pubblica «Due anni di Horus: autonomia, produzione culturale, nuovo welfare», a cui parteciperanno gli assessori regionali al bilancio, al lavoro e alla cultura, consiglieri provinciali e regionali.
Giovedì 28, venerdì 29 e sabato 30 maggio, mobilitazione contro il G8 dei ministri dell’interno e della giustizia.
Sabato 6 giugno, dal pomeriggio fino all’alba, happening culturale e musicale non stop.
Horus Liberato 2.0
La felicità non si paga, si strappa.