Nonostante le “assicurazioni” non convinte ne’ convincenti che sono state presentate nell’incontro del 15 marzo con l’Assessore Borgogno, il tentativo di privatizzazione va avanti, con grave danno per gli utenti ed i lavoratori.
Non passa giorno che gli Assistenti Educativi coinvolti nel processo di esternalizzazione non vengano contattati dai dirigenti delle Cooperative con proposte di riduzioni dell’orario, del salario e dei diritti (si è scesi sotto i 3,90 € netti l’ora); alcune cooperative in realtà non hanno neppure la possibilità di offrire personale educativo qualificato, ma addetti alle pulizie! E’ facilmente immaginabile l’inadeguatezza di quanto si vuole proporre alle famiglie, in alcuni casi si potrebbe prospettare la presenza di personale non adeguatamente qualificato, a discapito della stessa sicurezza dei bambini oltre che della qualità del servizio educativo offerto. Questa la situazione della nostra città dove circa 200 persone rischiano di perdere il posto, dopo aver frequentato un corso di qualificazione voluto dal comune della durata di oltre 200 ore!
In questi giorni c’è una decisione del Consiglio delle Comunità europee di attestarsi su un’offerta del 33% nei servizi per la prima infanzia e del 90% nella scuola dell’infanzia entro il 2010. Le famiglie, ovviamente, aspirano ad avere un posto dove poter affidare i propri figli in piena sicurezza e serenità. A queste necessità si risponde ponendo l’accento sulla quantità di strutture che accolgono i bambini, sorvolando sui contenuti pedagogici e di cura che diventano drammaticamente un optional. In questo senso però le scelte politiche sono segnate da un vizio e da una distorsione di fondo che riporta questi servizi verso un modello assistenziale, dove i veri bisogni delle persone, dei bambini, delle famiglie e delle lavoratrici che vi operano, non sono riconoscibili.
Il quadro, a livello nazionale, ci mostra come sia innegabile il trasferimento delle risorse destinate ai servizi all’infanzia verso il privato. I dati ci restituiscono una realtà in cui la presenza del privato supera abbondantemente il 60% in regioni quali Piemonte e Veneto, con punte del 70% in Lombardia!
L’abbassamento dello standard che definisce la qualità dell’offerta educativa è incombente sia nei servizi pubblici (dove si è cercato di contenere le spese attraverso riduzioni di organico del personale, maggiore flessibilità, aumento di bambini che ogni operatrice deve seguire, esternalizzazione dei servizi ausiliari, uso sconsiderato del personale precario) e ancora più nei servizi a gestione privata anche a causa di controlli inesistenti. Sostanzialmente le scelte governative e ora quelle comunali, vanno tutte in direzione di uno smantellamento progressivo del sistema pubblico e l’attacco avviene su più fronti: privatizzare progressivamente i servizi, diminuire le tutele e i diritti dei lavoratori pubblici, come già avvenuto nel privato, trasformando i cittadini in produttori/consumatori che si adattano alle esigenze del mercato!
Anche per questo motivo è importante che questo fronte che coinvolge personale precario e di ruolo, genitori, educatori e molti dirigenti scolastici si mobiliti per la preparazione, per i prossimi giorni, di una assemblea cittadina su queste tematiche.!
La RdB rifiuta da sempre ed ostinatamente le politiche di esternalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici essenziali ed invita operatori, genitori e cittadini ad opporsi ed a far sentire la pressione a chi “decide” affinchè venga invertita la tendenza, le priorità sono:
un buon servizio offerto ai bambini, rette sociali e lavoro stabile per gli operatori.
E’, pertanto, indetto – per la giornata di mercoledì 24 marzo, alle ore 17,30 - un presidio di fronte al Comune di Torino. Genitori, assistenti educativi e tutti coloro a cui sta a cuore il Welfare sono invitati a intervenire numerosi.
PER INFO: ROSANNA FRAGOMENI 3294605287
RIVA GIANPIERO 333 9176774
Al fondo di questa pagina è visibile un conciso reportage fotografico del presidio di lunedì 15 marzo scorso.