Lo sfruttamento che stanno subendo i lavoratori del Commercio in questo periodo di emergenza sanitaria mostra il vero volto del sistema economico contemporaneo. Alle aziende viene lasciata mano libera per incrementare sempre più i loro profitti a discapito della salute e dei diritti dei lavoratori.
Non ci interessa alcun discorso sulla fase due se questa significa solamente tornare al sistema di sfruttamento della precedente “normalità”.
Ripartiamo dal leit-motiv di tanti anni di lotta
Riduzione d’orario a parità di salario
rimodulato nel mondo che oggi ci circonda con le sue peculiarità specifiche.
Usb Commercio lancia la campagna nazionale di lotta per riprenderci i nostri diritti, a partire da un’organizzazione del lavoro completamente diversa da quella attuale, perché da questa dipendono il riconoscimento del giusto salario, la possibilità di nuove assunzioni e il rispetto delle norme su salute e sicurezza.
Rifiutiamo turni spezzati e flessibilità che destrutturano la vita quotidiana dei lavoratori, andando ben oltre le otto, sei o quattro ore ufficialmente registrate.
L’orario è talmente frammentato che in molti casi i part time vengono spalmati su tutta la giornata, obbligando i dipendenti a vivere sul posto di lavoro. I luoghi di lavoro si allontanano sempre più sia per le cessioni continue da parte delle aziende, che vendono lavoratori come scatolette di tonno. Sia per l’inadeguatezza dei salari che non permettono più di scegliere liberamente la propria abitazione, costringendo i lavoratori a lunghi viaggi da pendolari.
Non possiamo più accettare un continuo ricorso a varie forme di straordinario, per lo più non riconosciute e non pagate come tali per coprire la cronica mancanza di personale. I lavoratori devono essere tutti internalizzati e stabilizzati e dove necessario, procedere con nuove assunzioni.
In questo mese di zone rosse e contingentamenti, le sporadiche e, ancora insufficienti, chiusure giornaliere anticipate, così come il fermo delle attività durante la domenica o i festivi, mostrano come la vendita non sia un’attività essenziale. I consumatori, informati delle chiusure, riescono ad organizzarsi senza resse o allarmismi, come Usb sostiene da anni, nessun vertiginoso calo degli acquisti si è verificato.
Ad oggi, i lavoratori, oltre ai rischi specifici alle proprie mansioni, mai monitorati in modo sufficiente dalle aziende e dagli enti preposti, devono fare i conti anche con il rischio di contagio da Coronavirus e lo stress da lavoro correlato che ne consegue. Sono già centinaia i dipendenti ammalatisi nello svolgimento delle loro mansioni e non potranno che aumentare se non vengono attuate tutte le misure di prevenzione e protezione.
Proprio l’attuale organizzazione del lavoro, che Usb si propone di smantellare, con turnazioni sempre più pressanti, carichi di lavoro estenuanti e mancanza di adeguati DPI e formazione porta il settore al 5 posto fra i lavori più a rischio con più di cento lavoratori uccisi ogni anno.
Non chiediamo favori, vogliamo i nostri diritti.
Usb Commercio
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