L’atteso incontro del 23 ottobre con il Ministro Orlando sulla riqualificazione del personale giudiziario si è concluso con un nulla di fatto.
Sul piatto della riqualificazione ci sono 7.500.000,00 di euro cifra assolutamente insufficiente per garantire la progressione di carriera dei lavoratori giudiziari. Sul piano legislativo c’è meno del nulla.
Cosa dire i fatti si commentano da soli: in soldoni oltre a non aver ancora investito i vertici del Ministero per verificare come inserire nella riforma della giustizia la riqualificazione del personale o quanto meno come superare i vincoli normativi esistenti non ha reperito nuove risorse in quanto i 7.500.000,00 di euro erano soldi già stati stanziati nella legge n. 111/2011 per lo smaltimento dell’arretrato civile.
Ci si attendeva da un Ministro, il cui discorso di esordio aveva fatto riaccendere un barlume di speranza ai lavoratori, ben altro.
Invece il “caro Orlando” si è presentato al tavolo affermando che nella legge di stabilità erano previste risorse per 1.000 nuove assunzioni e per garantire la mobilità di 1.200 lavoratori da altri enti mentre per la riqualificazione del personale gli spiccioli di cui sopra.
Ha chiesto poi di cogestire insieme alle OO.SS. le assunzioni, la mobilità e la riqualificazione senza un ordine di priorità.
La USB in primo luogo ha precisato che non appartiene al DNA di questa O.S. cogestire, anche perché i danni prodotti da anni di concertazione tra governo e sindacati collaborazionisti sono sotto agli occhi di tutti.
Inoltre ha sottolineato che l’ordine del giorno della convocazione era la riqualificazione e su quel punto il Ministro non dava risposte concrete pertanto era prioritaria la riqualificazione e che mettere insieme: assunzioni, mobilità e riqualificazione era un modo furbo per mischiare le carte in tavole.
Anche perché reclutare nuovo personale non può che essere un fatto positivo anzi sarebbe auspicabile che fossero migliaia non solo i 1.000 previsti che sommati ai 1.200 lavoratori della mobilità a mala pena riusciranno a coprire i prossimi pensionamenti nel Ministero.
La verità emersa è che: non ci sono fondi, non ci sono idee legislative, non c’è volontà di ridare dignità ai lavoratori. Le buone intenzioni di inizio mandato sono rimaste solo parole, parole e ancora parole.
In conclusione il Ministro ha dato mandato al Capo Dipartimento ed al suo staff di verificare la possibilità di superare i vincoli normativi e come direbbe il buon maestro Manzi: non è mai troppo tardi!
Ha poi rinviato il tutto all’esito dell’approvazione della legge di stabilità vista la lettera inviata dalla UE al governo italiano nella quale s’impone al nostro paese di rivedere i propri conti.
In sostanza le somme stanziate per la Giustizia potrebbero subire pesanti tagli.
Con queste premesse alla USB risulta incomprensibile il giudizio positivo dato, da altre OO.SS., all’incontro visto che sul piano della riqualificazione ci sono solo briciole e sul piano normativo nulla.
Per la USB continuare a prendere in giro il personale ed a far finta che tutto vada bene negli uffici giudiziari tra mancanza di formazione, processo telematico, gravi carenze di organico, edifici fatiscenti mancanza di penne, carta, pc, stampanti, carichi di lavoro insostenibili è veramente immorale.
C’è da chiedersi se ci fanno o ci sono.
Ora ai lavoratori decidere se scelgono di continuare a credere al canto delle sirene o se stare con il sindacato conflittuale per ribaltare i progetti che ci calano dall’alto e che quotidianamente gravano sulle nostre spalle.
La USB ha già scelto di agire il conflitto per rivendicare salario diritti dignità.