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Palazzo Ducale Mantova: diritti e dignità per i lavoratori e lavoratrici in appalto! Adeguamento del monte ore e applicazione del CCNL Federculture

Mantova,

La gestione dei beni culturali in questo paese è viziata da una piaga: l’esternalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Una parte dei dipendenti in forza presso mostre, musei, siti storici o artistici, pur lavorando al fianco di dipendenti pubblici, gode di meno diritti e percepisce un salario molto più basso del dovuto. Le cooperative che gestiscono gli appalti applicano nella maggior parte dei casi contratti nazionali come il Multiservizi, o Vigilanza Privata - tra i peggiori del paese - invece di utilizzare il contratto che sarebbe previsto per il settore. Il CCNL Federculture, applicato pochissimo, che prevede condizioni molto migliori dei contratti citati ed è a nostro avviso l’unico da applicare a chi lavora in questo settore.

Posto che tali lavoratori, prestando un servizio di interesse pubblico, dovrebbero essere assunti come dipendenti pubblici, senza intermediazione di soggetti privati.

Anche al Palazzo Ducale di Mantova, gestito direttamente dal Ministero della Cultura, 12 lavoratori e lavoratrici sono assunti da una cooperativa, Formula Servizi, che applica esclusivamente il contratto Multiservizi.

Inoltre, i dipendenti della cooperativa lavorano più ore di quante previste dal contratto, spesso con cambi turno e sostituzioni tempestive, e con una prevalenza di turni nelle postazioni più esposte a livello climatico e di accessi.

La maggior parte dei dipendenti di Formula Servizi ha deciso di organizzarsi con USB per rivendicare migliori condizioni, in particolare ora che l’appalto è in scadenza e si va verso una nuova gara.

In diversi casi i cambi di appalto hanno effetti negativi sui dipendenti, per quanto tutelati dalla clausola sociale, come nel caso dei siti museali della Valcamonica, dove la nuova cooperativa ha vinto pur proponendo un contratto con paghe più basse del precedente.

Per questo abbiamo chiesto alla direzione del Palazzo Ducale e alla cooperativa un incontro prima dell’uscita del bando di gara, ma le controparti hanno preso tempo fino a subito dopo la pubblicazione. Il testo del bando non prevede alcuna indicazione riguardo il contratto, se non il mantenimento della paga attualmente percepita, che è letteralmente il minimo sindacale.

All’incontro abbiamo presentato le rivendicazioni dei lavoratori: regolarizzazione del monte ore contrattuale, equa turnazione delle postazioni e applicazione del Federculture da parte dell’aggiudicatario dell’appalto.

Rispetto agli orari e alle postazioni la risposta è stata appellarsi a continue emergenze dovute a imprevisti e malattie da coprire. Tuttavia, se l’emergenza è continua e comporta un turno in più a settimana allora va considerata come una costante, e soprattutto vale il principio per cui l’orario da contratto deve corrispondere al numero di ore effettivamente svolte.

Rispetto al contratto da applicare, la direzione del museo ha sottolineato di non poter indicarne uno in particolare nel testo del bando, perché sarebbe lesivo della concorrenza.

Questo è il punto decisivo: è più corretto dare accesso ai bandi a cooperative che applicano contratti pessimi – e che non c’entrano col settore dei beni culturali – o incentivare l’applicazione del giusto contratto?

Per questo, anche in questo caso siamo vicini alle lotte di tanti lavoratori e lavoratrici che rivendicano il contratto Federculture, da Milano alla Reggia di Venaria a Torino e tanti altri siti.

Il modo si deve trovare: la dignità dei lavoratori che prestano un servizio di qualità va rispettata non solo a parole, ma con le giuste condizioni salariali e di diritti sul lavoro.

Invitiamo la direzione museale e la cooperativa a dare risposte concrete sull’adeguamento degli orari (almeno 5 ore in più di quelle previste ora) e delle turnazioni, e soprattutto sul miglioramento delle condizioni di lavoro da garantire nel cambio di appalto, a partire dall’individuazione del contratto.

Siamo determinati a mobilitarci insieme ai lavoratori e intraprendere tutte le iniziative sindacali necessarie ad ottenere il risultato: giusto contratto, diritti e dignità.

 

USB Cultura                                                                                                                                                   

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