Dopo la recente campagna mediatica sulle assunzioni alla Piaggio, è calato il silenzio sulle prossime espulsioni dal ciclo produttivo e sul mancato conguaglio del premio di produzione. La direzione Piaggio, legittimata dal recente contratto integrativo firmato da Fiom Fim e Uilm, ha comunicato che i lavoratori e le lavoratrici non prenderanno neanche un euro di premio di produzione. Il motivo? Non avremmo raggiunto gli obiettivi prefissati (i parametri), in particolar modo quello inerente la cosiddetta “soddisfazione del cliente”. Crediamo che siano necessarie alcune riflessioni in merito.
La prima, la più scontata, è che l’insoddisfazione del cliente non può essere imputata a chi, ogni giorno, fa il proprio lavoro otto ore in catena di montaggio. La responsabilità, probabilmente, sta nella progettazione o nella scelta dei materiali.
La seconda riguarda la macroscopica responsabilità sindacale che, come USB, denunciammo a tempo debito. Condividere con l’azienda parametri irraggiungibili in fase di contratto integrativo ha aperto la strada alle attuali motivazioni dell’azienda, che risparmia in un colpo solo centinaia di migliaia di euro, sottraendole dalle tasche dei lavoratori. Non a caso prendemmo le distanze da quell’accordo truffa.
Oggi la nostra posizione emerge con chiarezza sotto gli occhi dei lavoratori, che si trovano decurtato il salario sull’altare di una complicità che ingrassa il padrone e fa capire da che parte della barricata stiano i sindacati confederali.
Altra trappola nascosta tra le righe del famoso integrativo riguarda l’aspetto occupazionale, dove non a caso non si parlava in maniera chiara di assunzioni.
Ora è evidente che la Piaggio, come del resto abbiamo sempre denunciato in questi anni, grazie alle procedure di mobilità si è liberata di centinaia di posti di lavoro, senza alcun reintegro in termini di reali assunzioni. In questi ultimi anni abbiamo visto solo entrare in fabbrica nuova “carne da macello”: ragazzi giovani, ricattabili, super sfruttati, illusi dalla promessa del posto fisso e raggirati da chi lucra su un vero e proprio “mercato delle tessere” sindacali.
In tema occupazionale la Piaggio, per riaffermare la propria immagine di azienda all’avanguardia nonostante la crisi pandemica, aveva omesso nella sua recente offensiva mediatica di scrivere che le assunzioni sarebbero state “usa e getta”, per una manciata di mesi, applicando il solito turn-over selvaggio.
Ora emerge la dura realtà. Nei prossimi giorni i primi 50 contrattisti a termine saranno mandati a casa. Giovani lavoratori a cui era stato promesso un posto fisso, al fine di aumentare il tasso di sfruttamento, per poi fare la stessa fine delle precarie storiche.
Promesse arrivate anche da sindacalisti senza scrupoli, in cambio della solita tessera che, in quota parte, decurta il salario operaio. Tutto ciò mentre si chiedeva di fare straordinari e lavorare anche il sabato. Quindi, dietro i recenti “titoloni” della stampa locale e nazionale sulle 400 assunzioni alla Piaggio solo fumo.
Di fronte a questa realtà emerge con chiarezza, se ancora ce ne fosse bisogno, l’incapacità aziendale e dei sindacati complici, con delegati proni al volere padronale, delegittimati dai propri segretari provinciali, che non conoscono le dinamiche di fabbrica, ma sono sempre pronti, per qualche tessera in più, a lucrare sulla disperazione di chi ambisce legittimamente ad un posto fisso. È palese che siamo di fronte ad una dirigenza che non ha il minimo scrupolo per la quale i lavoratori valgono meno di zero in questo meccanismo. Sono spazzatura da sfruttare e buttare via subito dopo.
Una storia che si ripete, preceduta dalla sorte toccata alle CT storiche, licenziate dopo 15 anni di duro lavoro e di false promesse, alle quali si è affiancata, in perfetta solitudine, l’Unione Sindacale di Base. Chi in questi anni ci ha accusato di mettere “le bandierine” su questa sacrosanta vertenza, dovrebbe ricordare che nessuno dei 27 delegati RSU ha mai partecipato agli scioperi o alle iniziative da noi organizzate per la riassunzione di queste lavoratrici e lavoratori.
USB sulla stabilizzazione è sempre stata molto chiara: Vogliamo il reintegro dei CT storici, infatti non abbiamo più intenzione di perdere altro tempo. La dirigenza aveva assunto impegni chiari con la Regione e il Ministero a marzo dell’anno scorso. Non devono essere assunte domani o tra una settimana. Dovevano essere già assunte 10 anni fa a prescindere dalle crisi, dalle vendite o dai dividendi milionari.
Pretendiamo inoltre un percorso chiaro e veloce di assunzioni con reali garanzie per i CT nuovi, invitiamo i nuovi contratti a termine a “svegliarsi” prima che sia troppo tardi.
I lavoratori debbono tornare a pretendere i propri diritti, a partire da forti aumenti salariali, togliendo risorse dagli utili milionari che ogni anno si dividono gli azionisti. Milioni accumulati per merito dei lavoratori e delle lavoratrici che ogni giorno fanno andare avanti la produzione.
Per ottenere questi risultati i lavoratori e le lavoratrici Piaggio devono costruire una rappresentanza sindacale che stia dalla loro parte, non dei soliti dilettanti che da anni vivono di una “rendita di posizione” costruita sulla subalternità all’azienda, su false promesse ai lavoratori fissi e precari, sulla svendita dei nostri diritti.
RSU USB Piaggio
Coordinamento USB Piaggio
Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato - Settore Industria Nazionale