Dopo una campagna mediatica virulenta e mistificatoria sull’obbligo di vaccinazione per il personale scolastico, già vaccinato secondo stime ministeriali all’85%, che ha distratto fortemente l’attenzione da ogni azione concreta che doveva essere messa in campo per consentire il ritorno a scuola in presenza, il Ministero dell’Istruzione ha presentato la proposta di piano di rientro per il 2021/22.
Il piano prevede, nei suoi punti principali:
1. l’utilizzo della mascherina di tipo chirurgico o di comunità. La mascherina chirurgica sarà necessaria nel caso sia impossibile mantenere il metro di distanza. I dispositivi di protezione del personale restano i medesimi del 2020/21. Per quanto riguarda l’igienizzazione delle aule, si raccomanda di ricorrere alla corretta aerazione e alla pulizia dei locali. Stesso discorso vale per le palestre, dove il distanziamento deve essere di due metri;
2. nell’eventualità di caso confermato di positività a scuola, la sanificazione va svolta entro 7 giorni dal personale scolastico, senza necessità di certificazione di avvenuta sanificazione;
3. non sono previsti screening della popolazione scolastica;
4. nelle mense, non occorre utilizzare stoviglie monouso;
5. i trasporti necessitano di un raccordo con le scuole, in funzione della disponibilità di mezzi, quindi l’arrivo a scuola sarà scaglionato e differito.
Il piano scuola è la dimostrazione di una politica velleitaria. Di fatto, nulla è stato fatto e nulla si intende fare per assicurare il ritorno a scuola, stabilmente in presenza al 100%.
Nessun intervento strutturale di edilizia scolastica che consenta lo smantellamento delle classi sovraffollate e il corretto mantenimento di distanziamento, aerazione.
Nessun intervento circa l'assunzione di personale docente e ATA in quantità tale da chiudere la piaga infame del precariato e dimezzare il numero di studenti per classe, per poter garantire una migliore condizione sanitaria e, soprattutto, una didattica pienamente efficace. Anzi, l’organico “Covid” viene rifinanziato, ma in misura minore rispetto allo scorso anno scolastico e fino al 30 dicembre, a dimostrazione del fatto che il personale della scuola è assolutamente sottodimensionato rispetto alle necessità ordinarie e, a maggior ragione, in situazione di emergenza sanitaria.
Nessun intervento di potenziamento del trasporto pubblico locale urbano e interurbano: ricominceranno gli scaglionamenti delle entrate e delle uscite per adeguare gli orari scolastici alle corse dei mezzi pubblici.
Il pochissimo screening sanitario viene eliminato, considerandolo spesa superflua.
USB Scuola insiste con forza a chiedere che queste misure vengano attuate in via immediata e prioritaria; che cessi immediatamente la campagna denigratoria e diffamatoria nei confronti del personale della scuola, che vuole attribuire già oggi la colpa di un ritorno alla didattica a distanza ad una categoria che ha invece mostrato un fortissimo senso etico e civile, nonché un enorme rispetto per il proprio lavoro e la volontà di riprenderlo in presenza, l’unico modo che consente reale efficacia alla professione docente, aderendo massicciamente alla campagna vaccinale; che il governo e l’intero Parlamento cessino immediatamente di dire che la scuola è la loro priorità, perché è una menzogna pura e semplice e operino invece investimenti concreti, reali e mirati.