Chi si aspettava la riforma delle pensioni dal 2024 può mettersi l’animo in pace, perché anche questo Esecutivo dimostra ancora una volta la sua propensione agli affari… al PONTE SULLO STRETTO, che alimenterà certamente la delinquenza organizzata, già pronta all’assalto, ed alla continuazione di una GUERRA AI POVERI in favore di sgravi, addirittura al 120/130%, per le aziende che fanno la “grazia” di assumere lavoratori, a spese di “PANTALONE”. Per non parlare della eliminazione del vincolo che prevedeva la pensione liquidata con il solo sistema contributivo, al raggiungimento dell’età prevista, solamente se l’importo era pari almeno a 1,5 volte la pensione sociale, senza però prevedere, con una legge “ad hoc”, anche per queste pensioni, l’integrazione al trattamento minimo, ove spettante e ad oggi preclusa, condannando alla povertà estrema chi ha soltanto contribuzione dal 1996 in poi, in particolare i giovani e chi ha avuto una carriera lavorativa discontinua; i giovani, ormai dimenticati in nome degli AFFARI e di una SOCIETA’ che li ha illusi da trenta anni a questa parte con politicanti ciechi, egoisti e con una mancanza di sensibilità che ne compromette l’inserimento effettivo, pur essendo, i GIOVANI, il FUTURO, senza i quali questa Nazione è destinata all’estinzione. Con questa Legge di Bilancio annunciata ieri, 16 ottobre 2023, emergono, dalla descrizione degli attuali protagonisti (speriamo ancora per poco!), modifiche sostanziali per APE Sociale ed Opzione Donna e la mancata proroga, più volte, invece, data per sicura, di Quota 103 per il 2024. Per APE SOCIALE e OPZIONE DONNA è stato annunciato un Fondo Unico per la flessibilità in uscita con 63 anni d’età e 36 di contributi (oggi bastano 30 anni), 35 per le donne, i cui dettagli non sono ancora noti, come non sono noti i dettagli della nuova QUOTA 103, da ieri impropriamente denominata tale, in quanto per accedervi, aumenterebbe il requisito anagrafico, trasformandola, di fatto in una QUASI “QUOTA 104” (!?) (ci chiediamo: a quando QUOTA 200? Sic!). Come, poi, già scritto nel precedente articolo, il residuo di rivalutazione 2023 (riformata “in pejus” proprio da quest’anno) dello 0,8% sarebbe corrisposta già da Novembre 2023, anticipando di due mesi l’erogazione prevista da Gennaio 2024 (WARNING! Si tratta di anticipo, non di erogazione in più…TRANQUILLI! Per le erogazioni in più: vedi VITALIZI!). Sarà possibile, infine, continuare a restare al lavoro, usufruendo dell’incentivo Legge Maroni se si è raggiunto il requisito per la pensione anticipata… naturalmente bonus senza contributi! (-: (-: (-:
IN CONCLUSIONE? I CONTINUI ATTACCHI ALLE PENSIONI LI POSSIAMO COMBATTERE SOLO CON IL “CONTRATTO SOCIALE” di USB PENSIONATI!
Vincenzo Bottiglieri – Coordinamento USB PENSIONATI