Si è svolto martedì 23 luglio l’ultimo tavolo di contrattazione per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali, prima della pausa estiva
Al di là di alcune rifiniture normative, talune anche rilevanti, il vero nodo sul quale si gioca la contrattazione è sempre quello delle risorse: dalla questione madre del potere d’acquisto dei salari alle questioni apparentemente più marginali come l’aumento del buono pasto o il rifinanziamento dei passaggi in deroga, tutto è condizionato dalla scarsità dalle risorse stanziate dal Governo Meloni.
Dal punto di vista normativo USB ha chiesto il rientro dell’organizzazione del lavoro nella contrattazione, a partire dalle materie che hanno riflessi sul salario accessorio, archiviando la fallimentare esperienza degli organismi paritetici per l’innovazione.
Per quanto riguarda lo smart working, la nostra richiesta è quella di configurarlo come un diritto fino al 100% per lavoratori fragili, care givers, genitori di minori di 14 anni e altre categorie sensibili da individuare attraverso la contrattazione integrativa; serve superare esplicitamente il concetto di prevalenza ed introdurre la modalità mista nell’ambito della stessa giornata lavorativa, da svolgere in parte in presenza e in parte da remoto.
Abbiamo ribadito la richiesta di eliminare il limite di febbraio per la pianificazione delle ferie e di adeguare il contratto alla legge rispetto alla possibilità, per esigenze del lavoratore, di fruire delle ferie entro diciotto mesi dall’anno di maturazione.
Infine, rispetto all’attrattività della PA, abbiamo chiesto di applicare la equal rights ed eliminare la norma che riduce le ferie di due giorni per i neo assunti nei primi tre anni, ovviamente con l’utilizzo di risorse aggiuntive.
Abbiamo giudicato insufficiente la proposta ARAN di proroga della norma per le progressioni in deroga fino al 30 giugno 2025, individuando a tutto il 2026 il limite più adeguato, ferma restando la necessità di un ulteriore finanziamento aggiuntivo allo 0,55% previsto dal precedente contratto.
Le tabelle presentate da ARAN con gli aumenti salariali dimostrano che al momento nessuno prenderà 160 euro di aumento, visto che la quota che andrà a finanziare il salario accessorio potrebbe andare su voci variabili come la valutazione, o come le posizioni organizzative, e quindi non costituire aumento salariale.
Inevitabilmente a settembre la questione economica legata al rinnovo dei contratti dovrà essere affrontata dal Governo se davvero si vuole arrivare a chiudere un contratto che sia anche solo minimamente accettabile per i lavoratori. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre.
USB Pubblico Impiego