L’Unione Sindacale di Base ha scritto al governo chiedendo un incontro urgente sul mancato stanziamento per il 2021 dei fondi che consentano all’INPS l’equiparazione a malattia della quarantena con isolamento fiduciario.
A differenza di quanto accaduto nel 2020 non c’è infatti alcuna copertura economica e previdenziale per il lavoratore in quarantena dopo essere stato a contatto con una persona positiva al Covid-19. Ciò significa – per chi non è in modalità lavoro agile - essere sospesi dal lavoro o posti in ferie forzate, con perdita di salario che può arrivare anche al 50%, dal momento che l’isolamento fiduciario dura fino a 14 giorni.
USB sottolinea con forza che non si possono né scaricare interamente sui lavoratori i costi e la responsabilità della prevenzione del virus, né tantomeno costringere i lavoratori interessati a scegliere tra la salute collettiva e il salario necessario a sostenere una famiglia, con il rischio di non rispetto della quarantena.
A seguire il testo della lettera.
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Roma, 25 agosto 2021
Al Ministro del Lavoro On. Andrea Orlando
e p.c. Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Mario Draghi
Oggetto: richiesta d’incontro urgente per mancato stanziamento dei fondi a copertura dell’indennità economica e previdenziale per quarantena con isolamento fiduciario.
L’INPS con il messaggio n. 2842 del 6 agosto scorso ha comunicato che, non avendo il legislatore previsto per l’anno corrente appositi stanziamenti volti alla copertura economica e previdenziale per la quarantena con isolamento fiduciario, la stessa non potrà essere equiparata a malattia, come disposto per l’anno 2020.
Pertanto, coloro i quali saranno costretti alla quarantena, in caso di contatto con persona positiva al COVID-19, verranno posti dal datore di lavoro in aspettativa o/e in sospensione dal lavoro non retribuita o in ferie forzate.
I lavoratori che non potranno accedere alla modalità di lavoro agile, come nel caso dei settori operativi che ricordiamo essere quelli con il più alto tasso di occupazione, andranno a perdere finanche il 50% dello stipendio, dal momento che l’isolamento fiduciario può durare anche 14 giorni.
In alternativa, i datori di lavoro potranno considerare i giorni di assenza come giorni di ferie, disponendo con piena discrezionalità di uno strumento che nasce come tutela della salute e del recupero psico-fisico del dipendente e che non dovrebbe in nessun caso essere un paracadute per carenze legislative.
Ricordiamo infatti che la finalità della norma che prescriveva la copertura economica della quarantena era proprio quella di garantire la tutela economica a coloro i quali, in forza di un provvedimento dell’autorità pubblica di prevenzione dalla diffusione del virus, fossero stati costretti a rimanere in isolamento.
Per questo riteniamo parimenti grave l’ulteriore scelta di limitare al 30 giugno 2021 la copertura economica e previdenziale per i lavoratori cosiddetti “fragili”, che il governo dovrebbe tutelare con carattere di priorità, garantendogli il pieno sostentamento economico, spesso necessario anche alla copertura di cure e spese mediche.
A nostro avviso, queste scelte denotano mancanza di lungimiranza nel non prevedere il rischio di quella che potrebbe essere la scelta di milioni di lavoratori di non osservare la quarantena, perché costretti a scegliere tra salute e salario, quest’ultimo necessario al proprio sostentamento e a quello dei propri cari.
Scaricare interamente sui lavoratori i costi e la responsabilità della prevenzione della diffusione del virus, come già si sta facendo anche in altri ambiti della sfera lavorativa, rappresenta un pericolo assai più elevato per la diffusione del virus, che il Paese non può permettersi di correre.
Per questo riteniamo urgente discutere di questa problematica al fine di garantire tempestivi interventi a tutela di tutti i lavoratori e lavoratrici.
In attesa di un sollecito e positivo riscontro. Distinti saluti
Esecutivo Nazionale Confederale Unione Sindacale di Base