Il governo ha aperto la stagione del rinnovo dei contratti pubblici, annunciando in pompa magna di cominciare, in modo del tutto inusuale, da quello della sanità pubblica. Nelle intenzioni dichiarate, la volontà di dare risalto ad un settore strategico del welfare così in sofferenza da vedere le dimissioni e la fuga di migliaia di professionisti ogni anno, al quale si aggiungono i copiosi pensionamenti. Nella realtà il rinnovo appare soltanto come l’ennesimo e spudorato spot elettorale in vista delle elezioni europee.
Al tavolo, aperto all’Aran lo scorso 20 marzo e proseguito in questi giorni, il governo si è infatti presentato con risorse non solo insufficienti a dare risposte a condizioni e carichi di lavoro insostenibili, ma talmente misere da non coprire nemmeno un terzo dell’inflazione reale degli ultimi 3 anni.
Un rinnovo in perdita, che azzera totalmente la funzione, propria della contrattazione nazionale, di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Senza contare che una parte consistente delle irrisorie risorse stanziate non finiranno nelle buste paga di tutti i lavoratori e lavoratrici ma finanzieranno in parte condizioni di lavoro specifiche (indennità di PS) e in parte finiranno nel salario accessorio subordinato alle odiose pagelline che ne definiranno i “meritevoli” beneficiari.
Non bastasse, non sono previsti arretrati e parte delle risorse del 2024 sono già state erogate sotto forma di indennità di vacanza contrattuale… anche se non se ne è accorto nessuno.
Nemmeno un euro per l’aumento delle indennità professionali specifiche ferme al palo da anni.
Non solo le risorse stanziate attualmente non fermeranno la fuga dagli ospedali e dai servizi sanitari ma la incrementeranno ulteriormente togliendo, definitivamente, ai più l’illusione che il peggio per il settore, dopo lo stress accumulato durante la pandemia, fosse alle spalle.
Sono indispensabili risorse aggiuntive sia per il contratto che per salvaguardare il SSN dalla disfatta totale. I soldi ci sono: basta decidere di investire nello stato sociale e non nelle guerre; basta scegliere di tassare i profitti e le rendite per permettere a milioni di cittadini l’accesso alle cure.
USB ha presentato all’Aran la piattaforma per il rinnovo contrattuale ( https://rb.gy/yspat1) che prevede non solo stipendi dignitosi, ma anche misure e interventi strutturali in grado di incidere sulle condizioni di lavoro e sulla salvaguardia della salute e della sicurezza degli Operatori Sanitari.
Sulla base di questa continueremo la nostra battaglia a difesa di tutti i lavoratori e lavoratrici della sanità.
Usb Pubblico Impiego/Sanità
Aderente
alla FSM