L’INPS è in pericolo, come molti settori dello Stato Sociale. Il cuore e motore della previdenza sociale pubblica nazionale ha il personale ridotto all’osso e, senza una massiccia dose di assunzioni, rischia di non riuscire più a tenere il passo con i compiti istituzionali che deve assolvere.
All’INPS vengono assegnate sempre maggiori competenze di natura assistenziale, come il bonus bebè e il bonus mamma, mentre allo stesso tempo la crisi economica e di sistema ha fatto aumentare notevolmente il numero delle prestazioni a sostegno del reddito, come la Naspi (il vecchio assegno di disoccupazione), che è diventata il principale prodotto dell’attività dell’Istituto. Parallelamente si tenta di sottrarre all’INPS importanti competenze come quelle riguardanti la Vigilanza sulla regolarità dei rapporti di lavoro e sul pagamento dei contributi, con l’obbiettivo di porre tale attività sotto lo stretto controllo della politica.
La riforma del sistema previdenziale, avviata nel 1995 con l’introduzione del calcolo contributivo delle pensioni, ha prodotto negli anni un impoverimento dell’assegno pensionistico e le nuove generazioni rischiano di andare in pensione in futuro oltre i settant’anni di età e con un importo anche al di sotto dell’assegno sociale.
I processi di affidamento dell’attività informatica dell’INPS a società esterne, insieme al blocco delle assunzioni, hanno portato ad una totale dipendenza dell’Istituto dalle società di servizi informatici. Il privato comanda sul pubblico. Negli ultimi due anni si è registrato un tracollo delle procedure informatiche, che sta mettendo in grande difficoltà chi opera nelle sedi, costretto spesso a rimandare a casa gli utenti senza poter fornire loro le opportune informazioni.
I continui interventi sull’organizzazione dell’attività lavorativa negli ultimi dieci anni hanno peggiorato le condizioni di lavoro, parcellizzato le competenze e determinato una situazione di stress da lavoro tra il personale dell’Istituto.
L’iniziativa di oggi della USB vuole lanciare l’allarme sulla tenuta dell’INPS prima che sia irrimediabilmente tardi. L’INPS è di noi tutti e tutti noi dobbiamo contribuire a salvarlo. USB chiede: 6.000 assunzioni entro il 2020, con una quota significativa di personale informatico per limitare il peso delle società esterne, la cancellazione della Legge Fornero e la modifica del sistema di calcolo delle pensioni con il ripristino del retributivo, il ritorno all’organizzazione per processi. All’INPS deve essere restituito un governo collegiale con la nomina di un consiglio d’amministrazione, per limitare i poteri del presidente sugli organi di gestione. Oggi comincia un percorso che vuole unire utenti e lavoratori dell’INPS nella difesa delle funzioni dell’Istituto. Uniamoci per salvare l’INPS e la previdenza sociale pubblica.