Dopo aver esaminato la parte economica nel precedente volantino N. 32 del 6 aprile, affrontiamo oggi un altro importante argomento del contratto.
L’ORDINAMENTO PROFESSIONALE
L’interesse dell’Aran e delle organizzazioni sindacali che hanno poi firmato il contratto era di chiudere in fretta l’accordo, in vista dei due importanti appuntamenti elettorali: le elezioni politiche del 4 marzo e quelle per il rinnovo delle RSU del 17-18-19 aprile. Dopo otto anni di blocco della contrattazione, il confronto si è esaurito in soli tre giorni, tra il 20 dicembre e le quattro del mattino del 23 dicembre, impedendo una contrattazione approfondita che avrebbe potuto produrre ben altri risultati.
In tale contesto, l’esame dell’Ordinamento professionale è stato completamente sacrificato, preferendo la previsione della costituzione di una Commissione paritetica, che avrà il compito di esaminare i diversi sistemi di classificazione del personale e il cui esito potrà eventualmente trovare applicazione nel prossimo contratto collettivo, perché questo ormai è chiuso.
CGIL-CISL-UIL-CONFINTESA-CONFSAL UNSA hanno preferito non decidere su questo importante argomento, per timore di scontentare qualche gruppo di lavoratori in prossimità delle elezioni RSU. La proposta ufficiosa di CGIL-CISL-UIL, infatti, era di mantenere le tre distinte aree A-B-C, di svuotare di personale l’area A facendo confluire tutti i lavoratori in B, allungando la carriera al personale dell’area B con l’aggiunta dei livelli economici B4, B5, B6. E’ ovvio che una simile soluzione avrebbe accontentato i lavoratori dell’area A e scontentato quelli di area B. Si è preferito, quindi, rinviare qualunque decisione a dopo le elezioni RSU, per poter continuare a fare promesse a quella parte del personale.
La USB era andata all’Aran fiduciosa di poter finalmente mettere mano al problema del mansionismo e risolvere definitivamente la piaga dello sfruttamento delle aree A e B.
Riportiamo di seguito la proposta della USB:
- Area unica amministrativa (nella quale far confluire tutto il personale amministrativo delle attuali aree A-B-C). In questo modo i passaggi all’interno dell’area unica sarebbero solo economici e non soggetti ai limiti di legge, per esempio quelli che impongono il possesso del titolo di studio previsto per l’ingresso dall’esterno nell’area in cui ci si va a collocare (laurea triennale per area C e diploma per area B). All’INPS su 5.300 lavoratori dell’area B, solo 1.900 hanno la laurea, mentre su 900 lavoratori dell’area A solo poco più di 200 hanno il diploma. Con le attuali regole, migliaia di lavoratori non possono neanche presentare la domanda per il passaggio all’area superiore, mentre l’Area unica amministrativa risolverebbe alla radice il problema;
- Area dei profili specialistici, nella quale riunire il personale dei profili di Informatico, Ispettore di Vigilanza, Sanitario, Tecnico;
- Area dei professionisti, medici ed avvocati, attualmente inseriti con sezioni separate nell’Area della dirigenza e lì andrebbero confermati.
La costituzione di tre aree funzionali è l’unico vincolo normativo a cui si deve sottostare. Infatti l’art. 52, comma 1bis del D. Lgs 165/2001 (il Testo Unico del pubblico impiego) prevede testualmente che “…I dipendenti pubblici, ad eccezione dei dirigenti e del personale docente della scuola, delle accademie, conservatori e istituti assimilati, sono inquadrati in almeno tre distinte aree funzionali…”. La proposta della USB tiene conto di questo vincolo normativo, introdotto dalla Riforma Brunetta (D. Lgs 150 del 2009).
Chi ha firmato il contratto collettivo, decidendo di non decidere su questo importante argomento, si è assunto la responsabilità di permettere che l’INPS continui a sfruttare le lavoratrici e i lavoratori delle aree A e B. E voi dovreste anche dargli il vostro voto alle elezioni RSU?