La crisi del SSN non sta risparmiando neanche la regione che fino a qualche anno fa veniva individuata come il modello di riferimento per tutte le altre; infatti il SSR Lombardo, percepito da sempre come eccellenza per le cure, si trova oggi in una condizione di totale declino.
La grave carenza di personale e le discutibili scelte politiche messe in atto nelle ultime riforme regionali sono le cause principali della disfatta che gli ospedali della regione Lombardia stanno attraversando. E proprio in questa condizione arrivano le dichiarazioni -per noi deliranti -dell’assessore regionale al welfare, Letizia Moratti, che parla di OSS che sostituiranno infermieri e infermieri che sostituiranno medici: un tentativo di riciclo di personale insensato e pericoloso o, se preferite, la pezza peggiore del buco. In ogni caso sono dichiarazioni che rendono perfettamente il livello di incompetenza ed inadeguatezza dell’attuale classe dirigente.
E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, come la carenza di personale sanitario nelle strutture pubbliche stia portando alla chiusura o all’accorpamento di molti servizi, con operatori che ormai lavorano in pessime condizioni di sicurezza su turni di lavoro massacranti per sopperire alle unità mancanti o per potersi garantire qualche giorno di ferie.
Intanto i salari sono sempre più bassi e non reggono più il caro vita: a tal proposito va ricordato l’umiliante rinnovo contrattuale sottoscritto in questi giorni tra Aran e sindacati che - tra le altre cose- non recupera minimamente l’esplosione dell’inflazione e dei prezzi, a causa di aumenti irrisori.
Malgrado questa situazione oggettivamente drammatica, rimangono ancora sospesi i tanti lavoratori che non hanno effettuato il vaccino anti covid e che bisogna trovare il modo di far rientrare in servizio, prendendo atto delle mutate condizioni della pandemia.
Le riforme regionali che dovevano portare investimenti strutturali e potenziamento della rete territoriale restano solo chiacchere fatte durante i due anni di pandemia: non ci sono medici nè infermieri per cui oggi i distretti territoriali si trovano ancora più in sofferenza e non riescono a far fronte alle esigenze dei cittadini.
In questi ultimi mesi, proprio a causa della grave situazione di crisi che stiamo descrivendo, molte unità operative importanti degli ospedali pubblici - come pronto soccorso, ambulatori e gruppi operatori - vengono appaltati in blocco ai privati che incrementano sempre di più il loro fatturato speculando e creando profitto sulla salute, approfittando ormai della paralisi del sistema sanitario pubblico: simbolico, rispetto allo sfruttamento del personale, rimane il sistema “criminale” delle cooperative. Una crisi che riguarda ancor più il personale ed i ricoverati presso le RSA che, dopo la tremenda crisi della pandemia che è costata una strage di anziani senza precedenti, sono rimaste nella medesima condizione e nessuna riforma del sistema socio assistenziale è stata realizzata nè proposta per provare a riportare le RSA dentro un sistema che si occupa di salute e non di profitto.
Sono queste le condizioni che favoriscono il lievitare delle liste d’attesa per visite, esami diagnostici ed interventi chirurgici. Cosa assurda e scandalosamente grave è che ormai anche i CUP pubblici (i centri di prenotazione) dirottano le prenotazioni di prestazioni verso i centri privati.
Un quadro grave e sconfortante, creatosi sulla scia degli ormai decennali tagli delle risorse dei governi che si sono succeduti, senza distinzione alcuna, che hanno contribuito alla devastazione del SSN, con politiche neoliberiste che hanno trasformato la sanità in un ambito di sfruttamento e profitto.
USB SI MOBILITA GIORNO 5 luglio alle ore ORE 15.30 SOTTO L’ASSESSORATO REGIONE LOMBARDIA
Piazza Città di Lombardia, ingresso Via Galvani
In allegato, il volantino da scaricare