Mercoledì 2 novembre si è svolto lo sciopero USB dei rider milanesi, con la partecipazione di un centinaio di lavoratori, per chiedere l’applicazione del CCNL Logistica.
Dal presidio davanti alla Stazione Centrale, dove molti rider hanno preso la parola per denunciare le pessime condizioni in cui si trovano a lavorare e vivere, ci siamo spostati in corteo fino alla sede di Assodelivery, dove siamo stati ricevuti e abbiamo consegnato la richiesta di un tavolo cui partecipino anche il Comune e la Regione.
Chiediamo che le istituzioni si adoperino concretamente per trovare soluzioni contrattuali, a partire dall’applicazione del CCNL Logistica per tutti i rider di tutte le piattaforme, che comprendano un salario equo per le ore lavorate, la 13^, la 14^, gli straordinari pagati, la malattia retribuita, un parco mezzi con manutenzione a carico dell’azienda. Chiediamo inoltre che vengano adibiti spazi con spogliatoi, docce e riscaldamento o condizionamento da usare in attesa degli ordini, cosa che invece attualmente avviene all’aperto, qualsiasi siano le condizioni atmosferiche, qualsiasi siano le temperature. Ci opponiamo fermamente, infine, a tutti gli accordi peggiorativi sul modello Just Eat, che non riconoscono la totalità dei diritti dei lavoratori.
Ma questo non basta, chiediamo soluzioni anche per quanto riguarda la vita al di fuori dell’orario di lavoro, per i circa 8 mila lavoratori del settore nel solo territorio milanese, che si trovano per la maggior parte in condizioni molto simili: essere costretti a una situazione lavorativa precaria rende loro impossibile da un lato trovare un alloggio nel mercato milanese, dall’altro avere un permesso di soggiorno che permetta di accedere all’offerta, seppur estremamente esigua, di edilizia popolare della città. La maggior parte di loro vive infatti ben lontano da Milano, trovandosi, come moltissimi altri lavoratori, costretti al pendolarismo con la bicicletta al seguito, subendo tutti i disservizi della rete ferroviaria regionale, della quale già più volte è stato cercato di impedire loro l’utilizzo.
Niente contratto decente; niente documenti; niente documenti; niente casa; niente documenti e così via in un circolo vizioso dal quale non è possibile uscire senza l’intervento delle istituzioni.
Per questo aspettiamo risposte da Comune, Regione e Assodelivery per l’apertura di un tavolo che dia dignità non solo al lavoro, ma alla vita di questi lavoratori così essenziali, che dopo essere stati chiamati eroi durante la pandemia, sono stati dimenticati dalle istituzioni.
Slang USB Milano