In attesa della prima stesura della legge di bilancio, ciò che giá ora palesemente e drammaticamente emerge é che il governo sta compiendo acrobazie, allocando e riallocando poste, per nascondere la sostanza del problema: le risorse per i rinnovi contrattuali pubblici sono talmente misere da dover occultare la realtà con trucchi contabili e improbabili operazioni di marketing.
Mentre l'inflazione conosce una nuova impennata anche per effetto del conflitto arabo israeliano, le indiscrezioni su un possibile anticipo dei rinnovi contrattuali che per il 2023 ammonterebbero a poche decine di euro lorde costituiscono una vera e propria provocazione per milioni di lavoratori e lavoratrici pubblici.
Nelle prossime ore avremo un quadro piu puntuale della situazione, anche rispetto agli stanziamenti definitivi, ma siamo lontanissimi da quei 7/8 miliardi che occorrerebbero per garantire aumenti contrattuali almeno in linea con il vertiginoso ed esponenziale aumento dei prezzi.
Lo sciopero generale del pubblico impiego del 17 novembre indetto dall'Usb é l'unica risposta possibile nei confronti di un governo che vuol far ripiombare la nostra categoria nell'abisso senza fine dell'austeritá.