Si è svolto martedì 27 luglio in teleconferenza, alla presenza del ministro Orlando, la consueta passerella semestrale del cosiddetto “Tavolo operativo di contrasto al caporalato”. L’Unione Sindacale di Base, che ha sempre insistito con l’allora ministro Catalfo per la creazione del Tavolo, pur partecipandovi con diverse proposte, ha definitivamente compreso dalla riunione di ieri, che la natura, lo spirito e la prospettiva con cui doveva muoversi la lotta al caporalato, sono stati per l’ennesima volta riconvertiti all’ennesimo coordinamento di forze, che operano in continuità con il passato.
Primo punto: nato sulle emergenze del 2018, culminate con l’omicidio del nostro attivista Soumaila Sacko, il tavolo programmato per il triennio 2020/202 oggi, nel 2021, sta ancora approntando le misure necessarie per affrontare l’emergenza. I progetti, i programmi, le attività, tranne alcune iniziative prese dalle forze dell’ordine e dall’ispettorato del lavoro, sono in larga parte ancora da realizzarsi.
Secondo punto: gli attori, ossia coloro che subiscono lo sfruttamento lavorativo, sono totalmente esclusi dalle decisioni e dalle valutazioni. USB, come altri, viene invitata a queste riunioni, ma è sistematicamente esclusa dai tavoli specifici dove le decisioni vengono prese. L’impressione è di trovarsi ad un tavolo precedentemente e accuratamente apparecchiato, dove i soliti padroni di casa hanno già deciso il menù. Dipartimenti, enti bilaterali, organizzazioni dei datori di lavoro, sindacati “rappresentativi”, enti locali discutono e decidono le linee guida con tanti reciproci applausi e tanti programmi ancora da realizzare, ma tanti fondi da utilizzare. Milioni di euro impegnati in studi, ricerche, pubblicazioni, statistiche, gestione di progetti che non un elemento concreto apportano alle centinaia di migliaia di lavoratori che nei campi subiscono lo sfruttamento della loro fatica, e il furto della loro dignità.
Terzo punto: definizione di linee guida che se applicate seriamente sconvolgerebbero l’intero mondo del lavoro agricolo!
Riportiamo testualmente (pag.12 bozza linee guida) :
“In particolare, lo sfruttamento lavorativo in agricoltura prevede forme illegali di intermediazione, reclutamento e organizzazione della manodopera fuori dai canali legali di collocamento. La Legge n. 199 del 2016 ha introdotto nel codice penale il reato di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro (art. 603bis c.p.).
Il testo di legge prevede quattro indici di sfruttamento del lavoro, ossia:
i - la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
ii - la reiterata violazione della normativa relativa all'orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all'aspettativa obbligatoria, alle ferie;
iii - la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
iv - la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti. Il reato di sfruttamento lavorativo si configura quando si verifica almeno una delle violazioni di cui sopra, unitamente all’approfittamento dello stato di bisogno del lavoratore.
Sulla base dei suddetti indici, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha emanato delle linee-guida operative per le attività ispettive.“
Su questo terzo punto che sarebbe il più qualificante, riscontriamo nei pochi incontri che siamo riusciti ad ottenere nelle prefetture e presso tavoli regionali, (ultimi incontri fatti a Ragusa, a Reggio, a Viterbo, a Saluzzo ), una sequela di frasi di circostanza, non dalle forze ispettive, (“facciamo il nostro lavoro ma siamo pochi e riceviamo poche denunce circostanziate”) ma dalle parti sociali, datoriali e sindacali, che più realisti del re, ci indicano che comunque di casi gravi ce ne sono pochi, mentre per la maggioranza sono violazioni necessarie per salvaguardare il contesto economico del luogo, e quindi …. Evitiamo di andare a fondo.
L’Unione Sindacale di Base che continua già da prima del 2018 a supportare i lavoratori agricoli sfruttati, nel suo intervento ha evidenziato che:
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la truffa della sanatoria Bellanova, e la mancata applicazione del decreto Lamorgese, sono la causa principale dello status quo, con migliaia di lavoratori costretti a subire lo sfruttamento in quanto irregolari per colpa dello stato.
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la convocazione dei tavoli regionali senza il coinvolgimento di tutte le parti sociali sul territorio e di una seria analisi dell’emergenza oggi, non fra tre anni, non modificherà la condizione dei lavoratori nelle aree più critiche.
Abbiamo riaffermato che nella nostra attività quotidiana a Saluzzo, dove i lavoratori sono costretti a dormire per strada, nel Foggiano ed in Calabria dove ancora esistono tendopoli ed insediamenti informali con migliaia di persone presenti, nel Lazio ed in Sicilia dove il mancato rispetto dei contratti di lavoro continua ad essere la modalità preminente da parte delle aziende agricole, gli effetti positivi del TAVOLO SUL CAPORALATO ancora non si vedono.
Abbiamo comunicato che da settembre cominceremo a raccogliere in un dossier specifico tute le violazioni dei quattro indici di sfruttamento e le porteremo all’attenzione del Ministro del Lavoro e del Tavolo sul caporalato.
Infine abbiamo chiesto che fine aveva fatto la nostra richiesta di partecipazione alla call “Insieme per il contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura” promossa dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dall’Ufficio per l’Italia e San Marino dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e la Commissione europea.
Nel dicembre avevamo ricevuto una mail che ci informava che stavano vagliando le diverse richieste, ieri abbiamo saputo che hanno già fatto tutto, ma a noi si son guardati bene dal rispondere.
Torneremo anche al prossimo Tavolo, previsto per ottobre o novembre, ma sicuramente questa volta urleremo con forza.
Unione Sindacale di Base – Lavoro Agricolo