Al Tavolo tecnico convocato al Ministero del lavoro sono state presentate alcune modifiche sostanziali alla prima stesura del disegno di legge sul salario minimo per legge che, se approvate dal Parlamento, porterebbero i minimi salariali orari stabiliti nei contratti nazionali alla soglia dei 9 euro. Un avanzamento sostanziale per milioni di lavoratori di moltissime categorie, dalle cooperative sociali alla vigilanza, dal commercio alla ristorazione, dall’agricoltura agli alimentaristi, ecc.
Paradossale l’atteggiamento delle organizzazioni sindacali presenti. Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Cisal hanno prima provato a sostenere che un salario minimo legale scoraggerebbe la contrattazione e porterebbe più in basso i salari. Poi, di fronte all’evidenza che la proposta al tavolo è di un salario minimo tabellare superiore a quello di molti dei loro contratti, hanno dovuto ritirarsi in un imbarazzante balbettio.
Un avanzamento del salario minimo tabellare avrebbe un effetto propulsivo su decine e decine di contratti, costringendo tutti ad adeguarsi a livelli salariali superiori e favorendo l’azione sindacale che potrebbe rivendicare aumenti proporzionali anche per i livelli superiori. Si aprirebbe una stagione di lotte per giusti aumenti salariali che in Italia stiamo aspettando da anni.
La delegazione USB ha posto con forza il principio che l’introduzione del salario minimo non può essere una misura a costo zero, ma deve essere un provvedimento di redistribuzione delle ricchezze. Qualcuno prende e qualcuno dà e a dare questa volta devono essere quelli che per anni hanno visto crescere la loro fetta di risorse.
Nella legge, così come riformulata, è stato poi rafforzato il riferimento ai contratti nazionali firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, per spiazzare e mettere fuori legge le retribuzioni dei contratti pirata.
Resta ancora in discussione la parte sulla rappresentanza. Il testo presentato fa riferimento all’Accordo interconfederale del 2014, quello che ha fatto da apripista al Patto della fabbrica, anche se limitatamente ai criteri per calcolare la maggiore rappresentatività delle organizzazioni sindacali. USB ha ribadito che c’è bisogno di una legge sulla rappresentanza e che a scriverla non possono essere Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Soprattutto va assicurata la certezza, per legge, che in tutti settori si proceda periodicamente alle elezioni RSU e che l’indizione delle elezioni non sia più una prerogativa riservata ad alcuni soggetti. Ma questa è una materia che va molto oltre il salario minimo ed andrà regolata con una normativa specifica, che aspettiamo da troppi anni.
Chissà se la legge sul salario minimo a 9 euro lordi tabellari si farà. Sapendo come sta il nostro paese è difficile essere ottimisti. Un dato però è acquisito: il sindacato unico è contro gli aumenti salariali ed ora ha il problema di spiegarlo a milioni di lavoratori!