Nella commissione Piano Spazi per l’area metropolitana di Roma ci siamo confrontati con l’azienda e i rappresentati degli altri sindacati sull’evoluzione degli adeguamenti delle sedi di destinazione, sulle navette, sulla ristorazione e di conseguenza sul tema generale delle modalità di rientro.
Attraverso gli accordi sottoscritti sullo Smart Working, attraverso il progetto Desk Sharing, per finire al Piano Spazi con il quale è stata prevista la chiusura di diverse sedi per le 6 aree metropolitane di TORINO, MILANO, ROMA, NAPOLI, BARI e PALERMO, con il trasferimento di circa 20.000 lavoratori di cui circa la metà solo su ROMA, la tradizionale settimana lavorativa da trascorrere in ufficio per cinque giorni a settimana non tornerà, almeno nella sua forma originaria ormai ritenuta obsoleta.
Si prepara un ritorno in ufficio che prevede meno sedi di lavoro e per quelle rimaste un rientro in sicurezza, con postazioni di lavoro, spazi e sale riunioni condivisi, introduzione di regole e linee guida sull’utilizzo degli ambienti e la segnaletica per orientare i flussi e incentivare comportamenti sicuri, tutto poi da verificare sul campo.
Con la riduzione del 50% delle sedi di lavoro al momento nelle principali città, al fine di garantire il distanziamento sociale la postazione di lavoro (Desk Sharing) si dovrà prenotare tramite app non solo da parte di chi è stato coinvolto nel Moving, ma da parte di tutti i lavoratori. Di conseguenza a regime come previsto dall’accordo sperimentale sul lavoro agile a seconda delle funzioni ci saranno due opzioni: tre giorni in ufficio e due a casa, oppure settimane alternate, con la presenza in sede solo del 60-70% circa dei dipendenti.
Per quanto riguarda il servizio di ristorazione TIM ha avviato un cambio appalto, per avere un fornitore unico a livello nazionale. Al momento TIM è in fase di trattativa con la società ALL-FOOD sulle modalità del servizio da garantire che si sarebbe dovuta concludere entro fine luglio.
Anche per il servizio navette sono in corso nuove gare per il cambio appalto. In attesa della sua definizione, TIM ha comunicato che il servizio non è previsto per il periodo transitorio (da settembre), garantendone invece la ripresa appena si passerà alla fase sperimentale (tre giorni a settimana in ufficio).
Come per la prenotazione della postazione di lavoro, l’azienda sta pensando all’utilizzo di un’apposita app per la prenotazione del posto sulla navetta. Questo sia per garantire il distanziamento sociale sul mezzo di trasporto, sia per evitare assembramenti nei punti di partenza.
Al fine di comprendere e ritagliare un servizio adeguato alle reali esigenze dei lavoratori, l’azienda a breve realizzerà una survey per migliorare la sostenibilità del PCL (Percorso Casa Lavoro) rivolta a tutti per rimodulare il servizio e migliorarne la fruibilità, sia in termini di sostenibilità ecologica che economica (evitarne il sottoutilizzo) per l’azienda.
Tra le altre iniziative intraprese dall’azienda in tema di mobilità sostenibile, grazie all’accesso ai fondi messi a disposizione dal Ministero della transizione ecologica (PNNR), ci sarà la possibilità di stipula di convenzioni mirate per i dipendenti, che agevoleranno l’utilizzo delle nuove forme di mobilità sostenibile, dall’elettrico al car sharing con la società Enjoy.
Certamente quello che ci preoccupa, nonostante tutti i buoni propositi aziendali, come più volte evidenziato e denunciato, è la tendenza da parte di TIM di andare oltre l’attuale piano spazi, sfruttando l'applicazione a regime del Lavoro Agile e del modello operativo Desk Sharing , per garantirsi sempre più forti risparmi a discapito principalmente dei lavoratori dei servizi della ristorazione e delle navette, già pesantemente penalizzati durante la pandemia che si vedranno ridurre ulteriori posti di lavoro a seguito della chiusura delle sedi.
Sappiamo per certo che per i lavoratori TIM rientrare in una delle sedi assegnate alla loro funzione operativa aumenta in molti casi la difficoltà a raggiungere la propria sede, visto che l’azienda non ha intenzione di ripristinare fin dalla data di rientro il servizio navetta.
Difficoltà ulteriormente aggravata da una totale insufficienza dei mezzi di trasporto pubblico che per di più al momento non garantiscono l’adeguato distanziamento sociale.
Come USB chiediamo quindi che nel periodo transitorio si dia la possibilità ai dipendenti di scegliere la sede di lavoro più vicina alla propria abitazione.
In generale come USB non ci sfugge che il cambiamento sempre più veloce del nuovo modello di lavoro in atto rischia di essere dirompente in termini sociali, con la perdita di numerosi posti di lavoro nel settore dei servizi a seguito della riduzione degli spazi, ma non di meno anche la forte spinta alla digitalizzazione e l’introduzione dell’intelligenza artificiale che sostituendo molte attività di tipo routinario, di fatto concede la possibilità all’azienda di legare il salario al raggiungimento di obiettivi specifici a prescindere dal tempo, con un ritorno al vecchio cottimo.