I dati degli sfratti nel nostro paese, pubblicati dal Ministero dell'Interno per l’anno 2022 ed organizzati per regione, sono spaventosi. La “mattanza” come questo sindacato aveva nominato la fase che si apriva nel periodo post pandemia, è realmente avvenuta. Specie in seguito alle interruzioni delle misure di tutela verso chi non ce l’ha fatta più a pagare l’affitto nel periodo pandemico.
I numeri sono chiari: le richieste di esecuzione sono state quasi 100 mila, poco meno di un terzo sono stati eseguiti. A Roma sono stati eseguiti 2.784 sfratti! A Torino, che di abitanti ne conta circa un terzo rispetto a Roma, 2.761 (7,6 al giorno contando anche i festivi). A Napoli, in pieno effetto turistificazione, gli sfratti eseguiti si sono triplicati (+287%) toccando quota 1.400. Ma è ancora il dato globale a restituire l’immagini di un paese che su salari e affitti è terribilmente in difficoltà: le richieste di esecuzione sono aumentate del 199,07 %, mentre gli sfratti eseguiti del 218,60 %, con uno sforzo compiuto affinché la curva delle esecuzioni seguisse quello delle richieste proprietarie, fino a superarle.
A fare da contraltare è la nullità dell’intervento statale a sostegno della questione abitativa, sia in termine normativo che di risorse. Intanto questi dati certificano per l’ennesima volta il disastro della Legge numero 431 del 1998. Questo vale sia per i contratti a libero mercato (4+4) che per il cosiddetto canone concordato (3+2). Quest’ultima tipologia, in aumento di diffusione (a Roma si dice che copre ormai il 50% del mercato) non porta nessun vantaggio agli inquilini ma accorda una tassazione al 10% ai proprietari che si rivolgono alle organizzazioni sindacali firmatarie dei vari accordi, più uno sconto medio sul Imu del 25%. In poche parole sottraggono risorse alla collettività al fine di arricchire la classe proprietaria. Non di meno i pochi interventi sostenuti sui vari territori, spesso di carattere propagandistico come i vari bandi di “Housing Sociale” si sono rilevati fuffa. I pochi fondi per la morosità incolpevole (tra l'altro non rifinanziati dal Ministro Salvini), strumento critico in quanto sottrae risorse al pubblico per destinarle al privato legittimando inoltre la richiesta di canoni folli, non è servito a colmare la distanza fra salari ed affitti. L’intervento Governativo coi fondi del P.N.R.R destinati alla questione studentesca ha visto un ulteriore trasferimento di risorse per sovvenzionare studentati privati, i quali chiedono canoni molto alti.
Un disastro che rimbalza di governo in governo e che il Governo Meloni è totalmente incapace di gestire, specie se stiamo alle ultime dichiarazioni del Ministro Salvini, che ha annunciato un piano nazionale da 300 milioni per tutto il paese, una cifra che per ora è un’ipotesi ma che se dovesse essere confermata sarebbe del tutto inadeguata. Basti pensare che Roma Capitale ne ha previsti 500 nel suo Piano Casa per il solo territorio comunale. Questi dati fanno il paio con quelli che ogni settimana vengano pubblicati sull’aumento delle rate del mutuo e l’impennata dei pignoramenti per i mutuatari in difficoltà, senza nessuna norma (munita di copertura finanziaria) a tutelarli minimamente nei confronti delle banche. Di più: vanno letti nella cornice dell’impoverimento generale, dello smantellamento del Welfare, compreso il reddito di cittadinanza che destinava fino a 280 euro alla questione affitto, del caro vita che riguarda spesa alimentare, utenze domestiche oltre che nell’ulteriore depotenziamento della sanità che spinge verso quella privata, determinando di fatto l’impossibilità di curarsi per milioni di famiglie.
Una bocciatura su tutta la linea, un disastro certificato da numeri. Crediamo che la parte sociale interessata, fatta di lavoratori sfruttati, precari, migranti, disoccupati, pensionati, giovani, studenti, dovrà riportare questi temi e queste analisi al centro della propria attenzione e dei propri sforzi, a partire dalle prossime mobilitazioni.
Ci riferiamo alla settimana di mobilitazione che è stata indetta dal 16 al 21 ottobre, da quelle realtà sociali e sindacali che insieme hanno dato vita alla tre giorni di settembre scorso sul dirito all'abitare.
Il 19 ottobre, in ricorrenza del decennale della grande manifestazione nazionale per il diritto alla casa a Roma che ha visto la partecipazione di oltre 70.000 persone, ci saranno iniziative e cortei in tutte le città in cui è presente il movimento di lotta e a Roma la manifestazione dall'Università La Sapienza al Ministero delle Infrastruture, in solidarietà con gli studenti che hanno ripreso l'iniziativa delle tendopoli, e per rivendicare un piano nazionale di edilizia pubblica, senza consumo di suolo, che utilizzi il patrimonio sfitto.
Asia-Usb