Con l’annuncio della chiusura di Uber Eats, il 15 luglio arriva l’ennesimo e finale colpo ai diritti e alla dignità dei lavoratori rider. È bastata un’email con un preavviso neanche di un mese per licenziare in tronco migliaia di rider sparsi per l'Italia (nel 2020 erano stimati 8500 i rider di Uber Eats). Notizia che, guarda caso, capita dopo l’approvazione in Consiglio Europeo del testo per la “Direttiva sul lavoro di piattaforma” che, pur essendo un processo ancora tutto in divenire, pone le basi per una regolamentazione del lavoro in questo settore.
Le innumerevoli sentenze - una fra tutte, la più recente, quella pronunciata contro Uber dal Tribunale di Torino -, frutto delle lotte dei rider, riconoscono il lavoro di delivery come lavoro dipendente; nonostante ciò, ancora nella maggior parte delle aziende di delivery i lavoratori hanno un contratto di prestazione occasionale e di collaborazione e sono costretti ad aprire una partita iva.
Oltre agli evidenti diritti del lavoro dipendente negati, ora, nel momento di quello che sarà a tutti gli effetti un licenziamento, non verrà riconosciuto ai lavoratori il diritto ad alcuna protezione sociale.
Come Slang USB continueremo a portare avanti la lotta insieme ai lavoratori, senza mai abbassare la testa davanti alle società di delivery la cui intoccabilità sembra naturale ma è in realtà solo il frutto di precise scelte politiche. Quelle stesse scelte politiche di distruzione dei diritti, di precarizzazione del lavoro e odio verso i poveri che oggi vediamo portate avanti anche dal governo Meloni.
Rivendichiamo il riconoscimento del lavoro subordinato con tutto quello che ne consegue nel caso di licenziamento: cassa integrazione, tfr, Naspi. Per questo invitiamo i rider di tutte le piattaforme a partecipare alle assemblee pubbliche del 21 giugno a Milano alle ore 15:30 al Circolo di Unità Proletaria in viale Monza 140 e del 22 giugno a Torino alle ore 16.30 presso la Tettoia dell’orologio di Porta Palazzo.
Slang USB
Milano 18/6/23