Il 18 maggio scorso è stato firmato un brutto accordo, peggiorativo dall’attuale regolamentazione dell'orario di lavoro, che paradossalmente amplia l’orario di apertura al pubblico proprio nel momento in cui all’esterno si annuncia la chiusura degli sportelli.
Non si è tenuto conto del grave disagio che vivono i lavoratori nelle sedi per effetto di una riorganizzazione caotica, continuamente rimaneggiata, che li sta esponendo a insulti e aggressioni da parte di utenti sempre più esasperati.
Per quanto riguarda USB, abbiamo voluto rispettare la volontà espressa dai lavoratori, che nelle assemblee ci hanno chiesto di salvaguardare l’attuale orario di lavoro e di non accettare accordi peggiorativi, dopo la cancellazione unilaterale del permesso bancario e dei 10 minuti di tempi tecnici.
Bastava tra l’altro ascoltare la voce dei nostri colleghi per capire a quale pressione sono sottoposti in questo momento, dopo sei mesi circa di sperimentazione: una quantità ingestibile di email, posta certificata, segnalazioni del contact center e del cric regionale, oltre all’ordinaria attività di informazione al pubblico e l’ordinario flusso delle lavorazioni.
Adesso si aggiunge un ulteriore aggravio, costituito dall’agenda appuntamenti da gestire in tutte le mattinate e per tre pomeriggi a settimana.
Non c’è che dire: veramente un bel risultato!
Qualcuno dira’ che poteva andare peggio, ma noi a questa logica non ci adatteremo mai e sicuramente sarebbe andata peggio se non avessimo partecipato alla trattativa: siamo riusciti, infatti, a sventare il malcelato tentativo della Direzione metropolitana di far passare l’apertura su cinque giorni al pomeriggio e l’orario continuato dell’agenda appuntamenti senza lo “stacco” per la pausa mensa.
Purtroppo l’aria nuova che si comincia a respirare in città dopo il risultato del primo turno delle amministrative fa fatica ad entrare nelle stanze dell’Inps, dove in nome di una antiquata “unità sindacale”, che non ha niente a che vedere con l’unità dal basso dei lavoratori, si continuano a firmare brutti accordi.
Come se non bastasse, non vengono rispettati gli impegni presi nelle assemblee, primo tra tutti quello di subordinare la firma dell’accordo alla approvazione dei lavoratori, non vengono coinvolte democraticamente le rsu, e i delegati rsu hanno firmato senza aver ricevuto alcun mandato in tal senso.
USB INPS MILANO