Se il governo di turno continua ad esserci ostile con provvedimenti penalizzanti, usandoci come un bancomat per le casse dello stato. Se i mass media ci insultano ogni giorno con servizi giornalistici palesemente e genericamente diffamatori, con il chiaro obiettivo di dimostrare che privato è meglio che pubblico. Se Cgil Cisl e Uil (non)si occupano dei dipendenti pubblici continuando a firmare accordi al ribasso. Non possiamo che incolpare noi stessi.
Dal 2009 non ci viene rinnovato il contratto nazionale.
E noi lavoratori, come stiamo reagendo? Con la determinazione granitica con la quale deputati e senatori difendono il loro indennizzo? Con la ferocia con la quale manager super pagati spuntano liquidazioni milionarie? Con la protervia con cui i grandi dirigenti ministeriali non cedono un euro dai loro stipendi?
No! I lavoratori pubblici tacciono. Di cosa abbiamo paura?
Con la paura o peggio con lo scoramento poniamo le condizioni per essere ancor più offesi, sfruttati, umiliati. Convinciamoci che il mancato rinnovo dei nostri contratti non è una necessità, una costrizione inderogabile, non è dettato da condizioni oggettive. È la scelta politica di chi ci governa.
I soldi risparmiati dai nostri stipendi servono alle banche per le loro scorrerie nella finanza. Servono per garantire gli stipendi al mondo politico. Servono per mantenere i dirigenti delle società partecipate, in cui sono collocati tutti gli amici e gli amici degli amici. Servono per comprare i voti (gli 80 Renzini...).
E noi lavoratori pubblici, paghiamo il conto di tutto questo, unica grande categoria che ha i contratti bloccati al 2009. Eppure…
Eppure i dipendenti pubblici in Italia sono molto meno numerosi che in Francia (a parità di popolazione: 58 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti in Italia, contro gli 81 della Francia). E i dipendenti pubblici francesi sono pagati molto meglio di noi, e così in Germania, in Inghilterra ecc. .
Siamo sommersi da un mare di fango ideologico.
Dobbiamo liberarcene. Come? Con la lotta per obiettivi concreti. A chi ci dice offendendoci, che nel pubblico impiego c’è tanto grasso che cola, rispondiamo che pretendiamo una riforma della Pubblica amministrazione che cominci dall'alto, eliminando le posizioni dirigenziali superflue o parassitarie o clientelari, le spese di rappresentanza esorbitanti e ingiustificate, le aziende partecipate che svolgono compiti che potrebbero essere assolti dal pubblico.
Ogni riduzione di stipendio ai dipendenti pubblici è immotivata e punitiva.
Ma per questo dobbiamo scrollarci di dosso la paura e l’illusione che la bufera passerà.
La bufera non passerà, fino a che non ci avranno tolta ogni capacità di difesa collettiva. Contro tutto questo abbiamo una sola risposta: l'unità e la lotta!
Noi lavoratori pubblici dobbiamo convincerci che se saremo uniti possiamo tutto.
Per questo i lavoratori della sede INPS di Lodi, riuniti in assemblea sollecitano i colleghi delle altre sedi INPS del paese e più in generale quelli di tutto il pubblico impiego, a mobilitarsi con iniziative anche "forti" contro l'ennesimo blocco del contratto, per la difesa del reddito, già tagliato in maniera pesante con cinque anni di blocco contrattuale. Oltre che reddito il contratto in una società civile è l'elemento che dà legalità e dignità al rapporto di lavoro e agli stessi lavoratori. Dichiariamo fin da subito lo stato di agitazione in tutte le sedi di lavoro, facciamo assemblee, manifestazioni, chiudiamo le sedi e usciamo per la città. Rendiamo evidenti il nostro dissenso e la nostra determinazione. Non lasciamo la reazione e il dissenso ai soli lavoratori delle forze dell’ordine! Costringiamo le organizzazioni sindacali “riluttanti”, a seguirci in una lotta vera a difesa del lavoro e della dignità. Costruiamo dal basso un fronte unitario di tutti i lavoratori pubblici cominciando dall'INPS, superando le diverse sensibilità con l'obiettivo del contratto subito!
UNITI SIAMO LA FORZA: USB C'E', I LAVORATORI INPS DI LODI CI SONO.
TUTTI INSIEME E' POSSIBILE: SE NON ORA QUANDO?...
Approvato all’unanimità dall’assemblea di tutti i lavoratori INPS LODI