l 21 maggio si terrà a Roma il G20 dedicato al tema della salute con l’obiettivo dichiarato di mitigare i rischi per la salute globale, ridurne gli impatti negativi sulla crescita e sull’economia globale e guidare gli investimenti nella Sanità in modo appropriato e efficace.
Appropriatezza, efficacia e, aggiungiamo, economicità, sono i sostantivi nel nome dei quali, però, la Sanità è stata nel corso degli anni ridimensionata attraverso un costante taglio dei finanziamenti, nel nome del quale il personale è stato ridotto fino a risultare drammaticamente insufficiente nell’affrontare l’emergenza Covid-19 e tanti operatori sanitari sono stati mandati allo sbaraglio senza adeguati DPI. E quanto costi - in termini di salute e sicurezza di cittadini e operatori sanitari - gestire la Sanità privilegiando gli aspetti economici è platealmente evidente anche nel fallimento della campagna vaccinale a causa della mancanza delle dosi e della ricerca del profitto a ogni costo da parte dei produttori.
In VENETO con queste parole si è effettuata una rincorsa al modello di privatizzazione che si è dimostrato fallimentare e mentre nella prima ondata, seguendo la scienza, si è stati capaci di tenere il campo della pandemia, nella seconda a forza di seguire la visibilità personale siamo stati di fronte alla tragedia più assoluta, con un ecatombe nelle case di riposo.
Lo sciopero indetto da USB nella giornata del 21 maggio, non sarà solo l’occasione per manifestare l’opposizione a un modello che mercifica il diritto alla salute e per rivendicare l’eliminazione dei brevetti sui vaccini: pretenderemo anche un rinnovo contrattuale che sia finalmente adeguato sotto il profilo degli aumenti retributivi (dopo dieci anni di blocco e un primo rinnovo davvero ridicolo) e che veda soddisfatte le legittime aspettative di sviluppo professionale degli operatori del settore Sanità.
In Veneto pretenderemo che la regione si faccia carico al tavolo nazionale delle istanze di un popolo di lavoratori, della sanità pubblica, della sanità privata, delle case di riposo, degli esternalizzati negli appalti, che ha dato molto negli anni scorsi e che ha dato tutto nella pandemia.
Sarà, a tredici mesi di distanza dal nostro sciopero del settore, proclamato all’inizio della crisi, l’occasione per riportare all’attenzione dei cittadini, dell’opinione pubblica e del personale sanitario la crescente necessità di una Sanità che rimetta al centro del proprio interesse la salute e non il profitto dentro un Sistema Sanitario che sia nazionale, pubblico e universale.