Dal Nazionale - A far data dal 30 settembre p.v. migliaia di lavoratori e lavoratrici fragili si ritroveranno senza alcuna tutela della loro condizione soggettiva, a causa del venir meno delle agevolazioni per l’accesso allo smart working; altrettanti, coloro i quali svolgono attività compatibili con lo smart working, si troveranno in balia delle arbitrarie interpretazioni che ogni Amministrazione darà delle normative in essere (legge 3 luglio 2023 n.85, decreto ministeriale del 4 febbraio 2022).
Se già la normativa attuale crea discriminazione tra i lavoratori privati e pubblici, circa la tutela genitoriale dei figli minori di 14 anni, il rischio che dal prossimo 30 settembre le discriminazioni si allarghino all’interno della stessa condizione di fragilità, facendo una sorta di odiosa graduatoria tra persone di serie A e di serie B persino all’interno della stessa amministrazione, è più che reale.
È d'altronde evidente come l’imminente rientro forzato di una gran parte di questi lavoratori e lavoratrici trovi le Amministrazioni impreparate alla tutela della loro salute e sicurezza sotto il profilo organizzativo.
Inoltre, seppur la fragilità non sia esclusivamente legata al rischio infettivo, è indubbio che la recrudescenza dei contagi Covid, l’assenza di direttive stringenti sui comportamenti da tenere nei luoghi di lavoro, al fine di prevenire i contagi, rischiano di diventare ulteriori elementi deflagranti in una condizione di preesistente vulnerabilità.
Non solo riteniamo necessario un intervento immediato dei Ministeri interessati che scongiuri tali discriminazioni e che metta in sicurezza tale tipologia di lavoratori e lavoratrici, ma pensiamo non sia più rinviabile il momento di porre in essere interventi strutturali.
Tali interventi, seppur complessi, non garantiscono esclusivamente il diritto alla salute di migliaia di lavoratori ma anche il funzionamento dei servizi nei quali essi sono impiegati.
Rammentiamo che nella PA, ad esempio, a fronte di un’età media elevata, dell’assenza di un massiccio piano di assunzioni, di un ricambio generazionale che stenta a realizzarsi - nonostante l’enorme carenza di personale metta quotidianamente a rischio il funzionamento e la qualità dei servizi resi alla cittadinanza – i lavoratori e le lavoratrici fragili garantiscono i servizi, non essendo la loro condizione soggettiva sinonimo di improduttività, ma metta per lo più in risalto l’inadeguatezza dei modelli organizzativi attuali o l’assenza di flessibilità di ruoli e funzioni.
Non siamo quindi a richiedere solo la proroga all’accesso agevolato allo smart working, ma interventi normativi che incidano sulla durata del comporto per malattia, sull’accesso alla pensione, sulla revisione degli istituti contrattuali riferiti a permessi e congedi, solo per citare alcuni campi di intervento prioritari.
A tal proposito Vi alleghiamo la lettera aperta proveniente dal gruppo “Lavoratori fragili uniti”, le cui richieste sosteniamo e facciamo nostre, tanto da averle inserite appieno nelle rivendicazioni dello sciopero generale del Pubblico Impiego, proclamato dalla scrivente per l’intera giornata del 17 novembre 2023.
Se, come USB, proseguiremo nelle azioni quotidiane nei posti di lavoro, pubblici e privati, a tutela dei fragili, riteniamo altresì inderogabile un Vostro intervento a tutela di una condizione che, ancor prima che essere oggetto di interesse sindacale, è salvaguardata dalla Costituzione di cui, siamo certi, vogliate rispettare i principi fondamentali.
Confederazione USB