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Verso lo sciopero generale del 2 dicembre e la manifestazione nazionale del 3: sabato 12 novembre alle 10 assemblea nazionale a Roma

Nazionale,

Assemblea Nazionale - Roma 12 novembre, ore 10,00 - Centro Convegni Carte Geografiche – via Napoli 36

Abbassate le armi, alzate i salari

Lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base per il prossimo 2 dicembre favorisce la possibilità di promuovere un vasto movimento popolare che si opponga alla guerra e allo stesso tempo rivendichi una diversa politica economica, fondata sul rilancio del potere d’acquisto di salari e pensioni, il sostegno all’economia pubblica e al sistema di welfare, il riconoscimento e la regolarizzazione dei lavoratori migranti la difesa degli spazi di libertà e di agibilità democratica e un’autentica politica di conversione ecologica, di difesa dell’ambiente e del territorio e per una agricoltura rispettosa delle risorse naturali.

L’insediamento del governo Meloni sta producendo due effetti paralleli: da un lato assistiamo alla prosecuzione delle politiche di redistribuzione delle ricchezze a favore del sistema delle grandi imprese e al consolidamento delle scelte belliciste del governo Draghi; dall’altro si manifesta un rigurgito di politiche antisociali e dal carattere apertamente reazionario che punta a reprimere il dissenso e le lotte sociali e a modificare l’assetto istituzionale in senso sempre più apertamente autoritario (come dimostra per esempio l’accelerazione sull’autonomia differenziata).

In questo momento assistiamo ad una compressione della società in almeno tre direzioni: sul piano economico a causa dell’inflazione fuori controllo e dei bassi salari, sul piano dell’escalation bellica per i rischi crescenti ai quali siamo esposti e gli effetti che sta producendo la conversione dell’economia in una economia di guerra (effetti ben visibili sul piano ambientale con la scelta per esempio di realizzare una serie di rigassificatori), sul piano dei diritti sociali e individuali e dello stesso assetto istituzionale per l’impronta reazionaria del nuovo governo e l’atteggiamento repressivo e violento che si respira nei confronti dei movimenti, a cominciare da quello degli studenti.

Guerra, condizioni di vita e libertà democratiche sono aspetti di un’unica grande questione da affrontare assieme. Terreni di azione sui quali costruire una piattaforma di rivendicazioni, una sorta di manifesto comune.

Mentre costruiamo lo sciopero generale e prepariamo la manifestazione nazionale di Roma del 3 dicembre è ora di cominciarci a dare un piano d’azione comune.

Unione Sindacale di Base