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Lazio

VERSO LO SCIOPERO GENERALE

Roma,

Comunicato n. 23/16

Si è svolto lo scorso mercoledì il XXX coordinamento del Lazio, al quale hanno partecipato 42 delegati provenienti dall’intera regione.

Nella relazione iniziale è stato fatto il punto della situazione interna, che riflette il complessivo attacco perpetrato ai danni dei dipendenti del pubblico impiego, un peggioramento delle condizioni di lavoro e la restrizione di spazi ed agibilità.

A questo proposito è stata ribadita la necessità di prendere in considerazione la proposta già a suo tempo avanzata di fissare eventuali incontri anche al sabato nella consapevolezza delle risposte da fornire insieme per superare le difficoltà.

L’annosa vertenza sulle mansioni ha focalizzato ovviamente l’attenzione di tutti così come notevole interesse ha suscitato in seno al coordinamento la proposta degli Irregolari di Monteverde unitamente a quella di richiedere all’apertura del prossimo CCNI 2017 un’indennità specifica per i dipendenti in posizione apicale (A3 e B3) rimasti fuori dalle selezioni.

Resta inteso che la battaglia va condotta anche e soprattutto fuori dell’Istituto, come in molti hanno fatto rilevare, a partire dagli appuntamenti in sede ARAN.

Garantire la giusta retribuzione e quantificare correttamente i carichi di lavoro, evidenziare danni erariali con le relative responsabilità, rivendicare le mansioni svolte per cancellare ogni disuguaglianza sono i principi ben rappresentati oggi dal “Manifesto sul mansionismo” vera e propria pietra angolare per i lavoratori.

Tutto ciò, tenendo naturalmente ben presenti le garanzie che vanno assicurate ai colleghi e l’inversione di tendenza che purtroppo c’è stata negli ultimi anni in merito alle cause giudiziali perse dai ricorrenti con sentenze apparse fotocopia.

Al termine di un ampio dibattito, sia pure con alcuni distinguo, è stata recepita la proposta scaturita dal coordinamento nazionale di ripartire immediatamente con una generale richiesta di attestazione delle mansioni svolte (vedi allegato), valida anche per i colleghi dell’area C.

Ciò in quanto il problema del mansionismo sta tutto dentro l’organizzazione del lavoro (che ormai si regge con gli spilli) e non fuori, mentre l’obiettivo primario da raggiungere resta quello che la USB ha perseguito da sempre: l’area unica.

In attesa delle sorprese che comunque ci riserverà il nuovo modello di servizio, i passi successivi prevedono la composizione di un percorso che, attraverso fasi opportune di sensibilizzazione, portino alla indizione di un’assemblea nazionale.

I lavori del XXX coordinamento sono poi proseguiti con l’appello alla mobilitazione unitaria dei lavoratori e allo sciopero del prossimo 21 ottobre in difesa di quello che resta del CCNL, per il rinnovo contrattuale fermo dal 2009, contro l’A.PE. (assegno pensionistico anticipato) a carico del lavoratore e per ribadire con un fermo NO la opposizione al referendum costituzionale la cui data, peraltro, non è stata ancora fissata.

Modificando 47 articoli su 139, infatti, non si può certo dire che non succederà nulla ed un semplicistico SI (come vorrebbe il governo) non basterà a risolvere la crisi in atto, considerata la valenza indubbiamente politica del referendum, se soltanto si prende atto di ciò che si sta scatenando in questi giorni nel merito sia in Italia che all’estero.

Appare chiaro, a questo punto, che il modello è stato studiato ad arte per far sì che non ci sia più partecipazione diretta da parte dei cittadini alla vita del Paese.