Ormai l’ingegneria pensionistica si avvia a diventare una “scienza in progress”: con l’aiuto di CGIL – CISL – UIL infatti il governo prosegue nella sua dichiarata marcia trionfale verso la distruzione definitiva della previdenza pubblica nonché del diritto costituzionale alla pensione.
L’ultima trovata alla quale si è “liberi” (secondo il governo) di aderire si chiama APE o Anticipo Pensionistico e contiene elementi devastanti di destrutturazione del sistema previdenziale, sviluppando peraltro la propria sfera di azione anche nel campo degli ammortizzatori sociali, con le inevitabili ripercussioni del caso.
L’APE dovrebbe partire dal prossimo 2017, avrà una sperimentazione di 2 anni e riguarderà tutti i lavoratori pubblici e privati nati tra il 1951 ed il 1953, vale a dire coloro presi in ostaggio dalla Fornero ed inchiodati al posto di lavoro senza plausibili motivazioni in barba al diritto, giusto perché qualcuno doveva pagare.
La platea che nelle intenzioni si vorrebbe andare a coprire è quella dei disabili, dei disoccupati di lungo corso e dei lavori usuranti.
Questo sta a significare che gli ammortizzatori sociali per dette categorie diverranno a carico del lavoratore se deciderà di sottrarsi a una condizione di emarginazione sociale permanente.
Un occhio particolare alle imprese naturalmente non manca mai e si prevede la possibilità di introdurre un APE per processi di ristrutturazione con costi parziali per il datore di lavoro, costi sociali nulli e comunque poi a carico del lavoratore.
Per dare un po’ di ossigeno alle banche, lo strumento finanziario escogitato dal governo è quello del prestito bancario (o delle assicurazioni) con un costo per il lavoratore che si va a concretizzare in un taglio netto del 5% su assegno lordo. Come se non bastasse, a questo importo vanno aggiunti gli interessi che sono circa del 3% e la polizza assicurativa obbligatoria per il rischio di premorienza: questo perché il pensionato potrebbe morire pur di non rimettere il prestito (!!!). Potenza dell’idiozia e del livello infimo a cui siamo giunti.
Per non perdere del tutto la faccia, il governo ha previsto un APE sociale senza interessi per le categorie disagiate e solo briciole per gli LSU ed i lavoratori precoci. Viene confermata insomma l’estorsione del diritto alla pensione che finiremo in questo modo per pagarci da soli, con l’aggravante dello strozzinaggio da parte delle banche, se si considerano gli interessi da corrispondere magari dall’aldilà.
Questo è di fatto il risultato dell’ultima concertazione sindacale avviata solo nei corridoi in questi giorni ma che presto si trasformerà formalmente in una presa d’atto notarile della volontà del governo spacciata per una conquista sindacale. L’apparente confusione che si sta producendo per intorbidire le acque in attesa del referendum ormai imminente sa di inganno sociale e di elargizione, mentre resta comunque inaccettabile barattare diritti in funzione dei risultati elettorali.
La progressiva distruzione della previdenza pubblica prosegue a tappeto e non si arresterà, fino a quando non si riuscirà a predisporre una reazione adeguata.
Con la consueta maestria il presidente Boeri oggi scopre le carte ed il governo, grazie alla perenne complicità di CGIL – CISL – UIL (collaborazioniste allo stato brado), le mischia. Oltre al tavolo, non sarebbe male rovesciare anche il banco.