Dopo il conflitto d’interessi che ha colpito il direttore generale dell’INPS adesso è il presidente a trovarsi in una posizione imbarazzante. Un articolo pubblicato il 1° novembre sulla stampa nazionale riferisce di fatti circostanziati che metterebbero sotto accusa il Gruppo Editoriale l’Espresso, che avrebbe spostato dipendenti da una società all’altra del gruppo e demansionato dirigenti per accedere a cassa integrazione, esodo e prepensionamenti. Il presidente del CdA del Gruppo Editoriale l’Espresso è Carlo De Benedetti e nella fondazione di famiglia risulta come direttore scientifico il prof. Tito Boeri, in aspettativa da quando è diventato presidente dell’INPS.
Due lettere anonime molto dettagliate avrebbero messo l’Istituto previdenziale sulla strada giusta, ma invece di attivare la Vigilanza per verificare almeno le situazioni di demansionamento, che hanno dato luogo a trattamenti di pensione che risulterebbero illegittimi, sembra che il presidente abbia chiesto che fosse interessato il Ministero del Lavoro perché competente per l’autorizzazione della cassa integrazione e il direttore generale non avrebbe avuto nulla da ridire.
L’immagine dell’INPS è sempre più compromessa e costantemente discreditata da simili notizie. Occorre scrivere la parola fine ad uno dei capitoli più bui della storia dell’Ente di previdenza pubblica. USB ha inviato una nota a Governo e Parlamento con la richiesta di rimuovere senza indugio il presidente e il direttore generale dell’INPS dai rispettivi incarichi, deliberare una nuova governance per restituire collegialità al governo dell’Ente ed evitare che le scelte organizzative imposte dall’attuale presidente dell’INPS travalichino la normativa di legge.