Dopo la pubblicazione su “il Fatto Quotidiano” di ieri dell’articolo riguardante il conflitto d’interessi del presidente dell’INPS rispetto alla vicenda “Espresso”, abbiamo ricevuto in forma anonima una documentazione che testimonia come Boeri fosse a conoscenza da tempo dei fatti che oggi sono all’esame dell’attività ispettiva dell’INPS e del Ministero del Lavoro.
Per più di due mesi il presidente dell’INPS è stato sostanzialmente inerte di fronte alle segnalazioni, non coinvolgendo il direttore generale, che fino a prova contraria è il responsabile della gestione, ma neppure il direttore centrale della Vigilanza, che avrebbe potuto avviare tempestivamente accertamenti ispettivi sulle segnalazioni che dopo gli articoli de “il Fatto Quotidiano” sono diventate di dominio pubblico.
Ma c’è dell’altro. La persona che ha segnalato a Boeri le presunte irregolarità commesse dal Gruppo Editoriale l’Espresso, asserisce di aver segnalato alla CGIL, firmataria a suo tempo degli accordi sugli esuberi delle società del gruppo di De Benedetti, gli stessi abusi poi raccontati al presidente dell’INPS e di aver trovato non solo disinteresse ma addirittura ostilità negli ambienti del sindacato di Corso d’Italia, compresa la segreteria del Segretario Generale Camusso.
Se a noi la cosa non stupisce, dovrebbe tuttavia indignare gli iscritti a quella storica confederazione, perché dimostra una volta di più come quel sindacato non abbia più il minimo sussulto di fronte ad ogni sorta di illegittimità.
Lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle all’INPS nel 2012 e continuiamo a verificarlo ancora oggi, in una battaglia contro gli attuali vertici che vede le altre organizzazioni sindacali, compresa la CGIL, completamente assenti, come fu ai tempi di Mastrapasqua.
Ma non c’è solo la CGIL ad essere accusata di reticenza e disinteresse nel carteggio tra l’ex dipendente di una società del Gruppo Editoriale l’Espresso e il presidente dell’INPS. A giugno di quest’anno la persona riferisce a Boeri di aver segnalato tutto anche alla trasmissione televisiva REPORT.
Se così è, possibile che Milena Gabanelli abbia mandato in onda lo scorso 7 novembre un servizio che era un atto d’accusa nei confronti del direttore generale dell’INPS per il suo conflitto d’interessi nella vicenda ENEL, ma non si sia minimamente interessata di quello del presidente nell’affaire Espresso, emerso chiaramente dalla lettura delle carte in nostro possesso?
Sollecitiamo ancora una volta il Governo e il Ministro Poletti ad intervenire senza indugio sull’INPS, sollevando dall’incarico sia il presidente sia il direttore generale, mettendo mano alla governance dell’Istituto, come sta promettendo da tempo, facendo in modo che l’INPS non finisca più sui giornali per i chiacchierati interessi professionali dei suoi vertici.