Con il comunicato 67/16 abbiamo dato informazione sui temi trattati all’ultimo incontro del tavolo nazionale. Tra questi, il nostro sollecito accolto dal Direttore Generale di un incontro specifico sulla condizione delle strutture sociali, convitti e case di soggiorno per anziani.
Attività istituzionali finanziate con le risorse provenienti dalle retribuzioni dei dipendenti pubblici iscritti alle casse dell’ex INPDAP con il contributo obbligatorio dello 0,35% al Fondo della gestione unitaria del Credito.
Fondo che fa registrare un introito di oltre i 400 milioni euro all’anno a fronte di 300 milioni di euro di spesa, con un evidente risparmio di risorse di cui non si conosce l’utilizzo, su cui abbiamo chiesto un trasparente chiarimento.
Al Tavolo Nazionale la USB ha quindi confermato quanto già espresso all’incontro che il Direttore Regionale Lazio Dr.ssa Petrotta aveva convocato, qualche giorno prima, per un confronto sulla situazione del Convitto Principe di Piemonte di Anagni.
La struttura, che ospita oltre 200 ragazzi tra convittori e semiconvittori soffre, come tutte le altre strutture sociali, della mancanza di una visione strategica che ne valorizzi l’attività e risolva il problema del mancato turn over dei lavoratori, oggi presenti, ma prossimi alla collocazione in pensione.
La presenza di funzionari dipendenti che operano all’interno di tali strutture è ormai ridotta a poche unità e si corre il serissimo rischio di una privatizzazione dell’attività, con appalti in global service che di fatto traducono il totale disinteresse dei vertici dell’istituto nella gestione delle risorse provenienti dal prelievo dello 0,35%.
E’ necessario ricordare, come è stato fatto durante l’incontro con il Direttore Regionale Lazio, che l’attività è rivolta a fronteggiare serissime emergenze familiari, dando ospitalità anche a ragazzi con sempre maggiori difficoltà personali, senza il supporto qualificato di figure che sarebbero necessarie.
La USB ha da sempre rivendicato una fortissima attenzione a tali strutture, analogamente a quelle delle case di soggiorno che ospitano gli anziani, e torna ancora una volta a chiedere chiarezza sul loro futuro, sottolineando inoltre la scandalosa gestione degli immobili destinati alle vacanze dei giovani in Italia, lasciati colpevolmente, ormai da anni, al loro progressivo abbandono e degrado, a tutto favore delle società private, convenzionate con l’INPS, a cui oggi le famiglie sono costrette a rivolgersi nel periodo estivo.
La scarsa attenzione appare evidente se si riflette sul fatto che ci sono voluti tre anni per fare capire la necessità di prevedere, all’interno dei convitti, una figura a cui attribuire i compiti derivanti della gestione, ad esempio dei rapporti con le famiglie, le scuole, le relazioni con il territorio.
Richiesta a cui l’amministrazione ha risposto in modo per noi del tutto insufficiente, con l’individuazione dell’ennesima indennità, per altro non rispondente economicamente al
“Peso delle responsabilità” che la gestione di un numeroso gruppo di minori comporta, dovendo farsi carico di quanto succede nell’intero arco della giornata, che supera di molto il normale orario di lavoro e non consente pause neanche nei giorni festivi.
Ci auguriamo quindi che il segnale lanciato con l’incontro del tavolo regionale Lazio, accolto su richiesta della USB dal Direttore Generale, riesca a produrre l’effetto di aprire finalmente la necessaria riflessione sul futuro di tali attività, sull’utilizzo corretto del patrimonio immobiliare e delle risorse del Fondo della gestione unitaria del credito, che continuiamo a ripetere viene finanziato con le risorse prelevate direttamente dalle retribuzioni dei dipendenti pubblici.